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La difficile rappresentanza dei malati


La rappresentanza dei malati è ben diversa da quella della cittadinanza in generale. Gli interessi dei malati, in quanto bisognosi di risorse pubbliche, possono essere in contrasto con gli interessi della cittadinanza in generale.
Data la transitorietà della condizione di malati per la maggior parte delle persone, ben si comprende la difficoltà di dar luogo ad una rappresentanza ufficialmente eletta di questa “categoria”.
In Italia, a norma dell'art. 14 del decreto legislativo n.502 del 1992, la valutazione del servizio sanitario da parte dell'utente viene compiuta dalle associazioni dei malati e per la difesa dei malati. Si ritiene che i dirigenti e gli attivisti di tali associazioni non debbano essere operatori sanitari, dipendenti da ditte produttrici di beni e servizi per la sanità, medici e farmacisti convenzionati e liberi professionisti non convenzionati.
E' meglio che ciascuna categoria giochi il suo ruolo indipendente: quando si verifica una comunanza degli interessi, come ad esempio quando si tratta di migliorare l'ambiente di cura, che allo stesso tempo è l'ambiente di lavoro per gli operatori, allora ci sarà piena collaborazione fra utenti e rappresentanti dei lavoratori; altrimenti ognuna delle parti potrà giocare il proprio ruolo autonomo.

Tratto da VALUTARE LA QUALITÀ IN SANITÀ di Angela Tiano
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