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Problemi di enunciazione visiva, Lucia Corrain


Nella sua limpida e sobria postfazione Lucia Corrain propone di assumere quale paradigma di una scienza dei processi di significazione – in cui iscrivere di diritto anche l’opera di Schapiro – la semiotica strutturale generativa di Greimas, rispetto alla quale gli scritti dello storico dell’arte americano dovrebbero considerarsi in generale come "una premessa indispensabile", e l’articolo Problemi di semiotica delle arti figurative: campo e veicolo nei segni-immagine, in particolare, rappresentarne "uno dei più importanti antecedenti" . Le analisi condotte dalla Corrain sono in effetti volte a riconoscere tangenze e convergenze tematiche, procedurali e terminologiche, alcune delle quali indubbiamente suggestive. Sennonché resta da chiedersi fino a che punto possa spingersi una tale ipotesi di compatibilità, soprattutto se si considerano i fondamenti epistemologici e gnoseologici su cui il paradigma greimasiano dovrebbe fondarsi. Il lessema semiotica o semiologia nel dizionario della lingua italiana, fa riferimento alla teoria e allo studio di ogni tipo di segno linguistico, visivo, gestuale, ecc., prodotto in base a un codice accettato nell’ambito della vita sociale. Ma questa definizione non tiene conto del versante legato alla descrizione-spiegazione dei testi, ai processi e sistemi di significazione; da più di un trentennio una branca della semiotica ha messo lo studio dei sistemi e dei processi di significazione al centro dei suoi interessi, lasciando al versante più filosofico lo studio dei codici e dei segni. L’argomento trattato nel saggio Alcuni problemi di semiotica delle arti figurative: campo e veicolo nei segni-immagine, concentra l’attenzione su certi aspetti propri della pittura che non rivestono alcuna funzione mimetica e che possono essere di pertinenza del piano dell’espressione e/o dell’istanza dell’enunciazione. Le prime considerazioni di questo importante articolo riguardano il campo, o formato o supporto della pittura che nella sua versione preparata e liscia risale a una fase avanzata dell’evoluzione umana, attraverso il quale l’immagine acquista un proprio spazio determinato e autonomo fondamentale con le sue specifiche caratteristiche per il successivo sviluppo della pittura. Il formato però dispone anche di precipue leggi e singolari regole. Innanzi tutto Schapiro attribuisce al campo una proprietà di organizzazione topologica la quale a sua volta sarebbe dotata di senso indipendentemente dal contenuto che andrà ad occupare la stessa superficie bidimensionale. Vale a dire che le orizzontali reiterate, specie se integrate anche con le verticali e gli assi di raccordo degli angoli, sono elementi indispensabili per la determinazione spaziale delle figure e degli oggetti nell’atto di ricezione, soprattutto permettono una prima articolazione del supporto in alto/basso, destra/sinistra, centrale/periferico. E dunque, l’enunciatore di un quadro, colui che organizzerà le forme e i colori, opererà sempre sulla base di questa configurazione astratta. Nel senso che, specie riguardo la pittura figurativa prospettica, non posizionerà probabilmente un albero con la chioma verso il basso e il tronco ancorato al lato orizzontale alto.

Tratto da SEMIOTICA di Alessia Muliere
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