La contrapposizione postmoderno -avanguardia
La contrapposizione postmoderno -avanguardia
La contrapposizione postmoderno - avanguardia si riflette in un'ulteriore distinzione categorica: Moderno e odierno. Se l'uno decreta "la corrosione dell'estetico", l'altro misura "le istanze etiche alla radice dell'estetica". Decretando la fine alle istanze etiche ancora vive nel corso degli anni Settanta, il Postmoderno ha chiuso la ricerca concettuale nel consueto avvicendarsi delle tendenze, travisandone il messaggio. Il Concettuale, fagocitato nell'appropriazione indiscriminata della produzione postmoderna, è stato dunque riconvertito nella logica edonistica: "un potere, quello del Postmoderno, fondato sull'estetica oggettiva, mai interessata alla discussione dei contenuti, perché inessenziali alla sua forma, alla sua origine del bello". L'operazione artistica scivola nel rapporto estetico e gli opposti si riconciliano sotto l'ala protettrice degli interessi economici. Risalendo alle cause di questa aporia Scudero individua un momento critico nella progressiva constatazione dell'inadeguatezza dell'analisi scientifica, che aveva guidato la ricerca e la critica d'arte fino agli anni Sessanta, nella fiducia di un discorso basato sulla razionalità dell'evoluzione tecnologica. A ciò subentra, già negli anni Settanta, quello scetticismo che accompagna la fine delle ideologie politiche. L'autore non teme di affermarlo: l'attuale valore della produzione artistica esiste unicamente in virtù dell'esistenza di un mercato. La svalutazione delle potenzialità critiche e di un contenuto etico, sovversivo, ha determinato infine la coincidenza di istituzione e avanguardia: l'unica sua ragione di esistenza, necessaria e sufficiente, è il suo esistere nel sistema di mercato.
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