L'esistenzialismo del postmoderno

L'esistenzialismo del postmoderno

Né l’immagine né la politica sono al potere: l’espressione del potere determinato dalla contemporaneità è nella costrizione economica. In questa storica sinergia dell’economia dominante si combatte una lotta che la contrappone al simposio scienza-creazione. Se l’immaginazione non è al potere dell’economia è fondato sulla sua immagine, e l’immagine è quindi al potere.

L’ESISTENZIALISMO

L’esistenzialismo del Postmoderno ha due radici che possono dar vita ad un carattere globale:
1) Esistenzialismo positivo: esistenzialismo come prassi naturale di una contingenza sociale; è il caso della materia postmoderna più radicata e diffusa. Questo esistenzialismo vive la decostruzione, la simulazione, l’appropriazione come valori di una storia slegata dal passato ed è in questo essenzialmente una maniera elevata; l’artista è visto sì come produttore di oggetti frutto di ricerca, intrisi quindi di senso, ma non è mai interessato a fare di questi contenuti una risorsa produttiva del contesto sociale.
2) Esistenzialismo negativo: ovvero la contrapposizione, la critica al sistema, la sua messa in discussione, è una identità difficilmente raggiungibile. Per giungere alla capacità di un esistenzialismo non di maniera, ovvero nella consapevolezza sia del propri tempo sia della necessità di porlo in crisi, si dovrà necessariamente conoscere e superare l’esistenzialismo positivo. È solo a partire da una situazione logica di intromissione nell’esistenzialismo che l’arte può oggi giungere a criticare il sistema, sebbene non giunga poi a soluzione che non siano patrimonio culturale se non testimoniale. Per l’esistenzialismo sarà difficile porsi nei confronti della situazione sociale in termini di critica e rivalità. Questo perché il sistema del mercato dell’arte ha costruito una forte griglia di relazioni sociali all’interno del sistema stesso, attraverso cui riesce a chiudere ogni possibile via d’uscita che vada al di fuori delle coscrizioni postmoderne.