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Funzione delle esportazioni


Le esportazioni italiane come possono essere rappresentate?
Il valore dei beni che l'Italia riesce a vendere al resto del mondo come può essere concettualmente rappresentato?
Come il valore dei beni che il resto del mondo compra dall'Italia. Il valore delle esportazioni italiane (cioè dei beni che l'Italia riesce a vendere al resto del mondo) può essere concettualmente rappresentato dal valore dei beni che il resto del mondo importa dall'Italia. Semplicemente si ribaltano le considerazioni appena fatte.

Le esportazioni italiane, in una rappresentazione teorica tra due paesi, è come se fossero le importazioni del resto del mondo (M*).
Dunque le esportazioni italiane (X) dipendono dalla propensione che il resto del mondo (m*) ha di acquistare prodotti italiani, dipende dai prezzi interni italiani (p), dai prezzi internazionali ( p*), dal tasso di cambio (r) e dal reddito mondiale ( Y*)
La funzione è: X = M*= m*(p-, p*+, r-)Y*
La relazione tra X e Y* è diretta (++;--) perché maggiori sono i redditi/soldi che il resto del mondo guadagna con il proprio lavoro, con la propria attività produttiva, maggiore sarà la spesa che il resto del mondo farà per Consumi e Investimenti. Dunque si può ipotizzare che il resto del mondo comprerà anche più beni dall'Italia. Se il resto del mondo diventa più ricco, si vedrà progressivamente l'aumento di persone che vengono per turismo in Italia o che acquistano prodotti italiani.
Più aumenta il reddito mondiale, più esporto; più aumenta il reddito nazionale più aumenta la capacità di spendere: il collegamento è che più aumentano Y* più aumenta X, più aumentano anche i redditi interni Y, ma non necessariamente un aumento di Y può produrre un aumento delle esportazioni italiane, dipende dalla maggiore o minore ricchezza delle imprese italiane. La domanda esterna influisce positivamente sulle nostre esportazioni e quindi sulla capacità di crescita della nostra economia.

La relazione tra p ed m* è inversa (p- +-;-+), perché se i miei prezzi interni italiani aumentano (p), il valore delle esportazioni (m*) tenderà a diminuire perché gli stranieri vedranno che i nostri prodotti sono diventati più cari e quindi avranno una minore propensione a importare.

La relazione tra m* e p* invece è diretta (p*+ ++;--) perché se aumentano i prezzi mondiali ad esempio del vino rispetto ai prezzi del vino italiano, avremo una maggiore propensione a esportarlo perché gli stranieri si dirigeranno con maggiore intensità e voglia a comprare il vino italiano perché quello straniero ha prezzi più elevati.

La relazione tra m* ed r è inversa (r- +-;-+), se il tasso di cambio si svaluta (r-) il valore dell'Export tendenzialmente aumenta (X+) perché se il valore della nostra moneta diminuisce, aumenterà il potere d'acquisto, in termini di beni italiani, della moneta in mano agli stranieri; gli stranieri si sentiranno più ricchi e avranno maggiore propensione a comprare italiano, a venire a fare turismo in Italia, a comprare prodotti in euro perché il valore di questa moneta si è svalutato rispetto al dollaro. Ecco perché la relazione in questo caso è inversa: se il cambio ($/€) si svaluta, aumenta X, in quanto gli americani compreranno più prodotti Europei in quanto meno cari. Se l'euro si rivaluta, X diminuisce.

In definitiva: Saldo partite correnti ovvero le esportazioni nette, il valore dell'export meno il valore dell'import, ed è funzione di queste variabili
Bpc = X - M = f(p-, p*+, r-,Y-, Y*+)
Bpc = X - M = f(e r-,Y-, Y*+)

Attenzione: La relazione fra r / X, M non è univoca: vedremo le condizioni (Marshall – Lerner) affinché una variazione del cambio determini una variazione della nostra Bc.
Il segno + vuol dire che incide positivamente sul saldo, cioè fa migliorare l'avanzo e fa ridurre il disavanzo. Ad esempio nel reddito mondiale Y*+ troviamo il segno positivo: se aumenta il reddito mondiale, aumenterà il valore dell'export quindi se prima eravamo in pareggio, ora con un reddito mondiale aumentato siamo in avanzo; viceversa se prima eravamo in disavanzo, con un reddito mondiale aumentato saremo in equilibrio oppure a un livello di disavanzo inferiore di prima.

Queste variabili servono a comprendere le politiche di aggiustamento che agiscono appunto sulle variabili per poter agire sullo squilibrio della bilancia commerciale, delle partite correnti correggendole.
Impatto di una svalutazione o rivalutazione del tasso di cambio: una variazione del valore del tasso di cambio può produrre e storicamente ha prodotto, degli effetti discordanti, non così univoci come quelli rappresentati prima (condizioni Marshall Mernell che fanno vedere in quali casi effettivamente una svalutazione di una moneta può avere effetto positivo sulle esportazioni e sulla Bp perché non sempre è così, non sempre svalutazione moneta vuol dire ridurre l'import e aumentare l'export come abbiamo detto fino a ora. cercare di capire quali possono essere le condizioni per cui una svalutazione di moneta o anche rivalutazione effettivamente favorisce l'aggiustamento degli squilibri. Nella storia italiana ci sono stati molti casi in cui la svalutazione della moneta ha prodotto effetti positivi per l'export, per le imprese che conquistano mercati internazionali, quindi per i nostri redditi, per la nostra occupazione quindi il nostro PIL; ci sono stati casi in cui la svalutazione della lira è riuscita effettivamente a generare effettivamente conseguenze positive, ma al tempo stesso ci sono stati molti casi nella storia economica italiana degli ultimi 60/70 anni dalla guerra in poi in cui questo non è avvenuto → squilibri della bilancia dei pagamenti).

Tratto da STORIA DELLA POLITICA ECONOMICA INTERNAZIONALE di Federica Palmigiano
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