Aspetti economici e sociali degli hittiti
Gli hittiti (aspetti economici e sociali)
La società e la cultura hittite nel periodo del nuovo impero appaiono decisamente diverse da quelle dell’antico impero. In primo luogo era arrivata a compimento la trasformazione della figura del re, che da comandante militare eletto era diventato manifestazione di Dio in terra. L’arte aveva modificato i suoi soggetti ed assomigliava sempre più a quella mesopotamica, a corte si usava la lingua sumera nelle cerimonie e l’accadico nelle relazioni internazionali. In generale gli hittiti del nuovo impero sembrano aver ormai del tutto assorbito la raffinata cultura babilonese ed abbandonato almeno in parte la loro origine di nomadi guerrieri.
Da un punto di vista dell’organizzazione sociale ed economica invece le trasformazioni furono assai blande. Rimase egemone del potere la ristrettissima casta aristocratica (l’antica aristocrazia combattente), con un piccolo strato di artigiani e maestranze che lavorava unicamente al suo servizio. La stragrande massa della popolazione rimase dedita all’agricoltura e all’allevamento, estranea ad ogni partecipazione politica e con l’unica funzione di pagare i tributi al sovrano. Non sorse mai presso gli hittiti, come invece era sempre avvenuto per i popoli mesopotamici, quel grande ceto di mercanti e commercianti in grado di rendere più complessa la vita civile e più attraente la civiltà. L’Impero hittita rimase anche nel momento di maggior forza un paese precipuamente agricolo, non in grado di dominare i commerci internazionali ed esclusivamente fondato sulla superiorità militare. Era stata la superiorità militare ad elevare gli hittiti a maggior potenza della regione assieme all’Egitto, e sarà il venir meno della superiorità militare a sentenziarne la fine, nel momento in cui i popoli del mare inizieranno a fare pressione in tutta l’area mediorientale.
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Autore:
Lorenzo Possamai
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- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia del vicino oriente antico
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