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POLITICA ED ECONOMIA


La politica è un’istituzione sociale che presenta norme e prassi legate alla cultura.
La politica è l’istituzione attraverso cui le società prendono decisioni collettive su priorità e linee di condotta.

La socializzazione politica ci insegna le norme e le aspettativa di base della vita politica e promuove il nostro coinvolgimento i essa.
Il post-democrazia è un tipo di sistema politico che, pur mantenendo formalmente regole democratiche, le svuota sia mediante una prassi politica antidemocratica sia attraverso la bassa partecipazione dei cittadini.
Nei sistemi politici democratici, le legittimità del governo si basa sull’idea che i governi eletti abbiano il consenso dell’opinione. Il significato letterale di democrazia è “governo del popolo”.

La spirale del silenzio è una teoria secondo la quale le persone, al fine di evitare l’isolamento sociale, decidono di non esprimersi su temi controversi quando pensano che le loro opinioni non siamo ampiamente condivise.
Ci sono cinque dinamiche fondamentali d questo processo:
1. Le società richiedono un certo grado di consenso sui valori e gli obbiettivi di base ed esercitano una pressione sociale sigli individui affinché si conformino alle loro opinioni, minacciando implicitamente di isolare coloro che non lo fanno.
2. Nello sviluppare le proprie opinioni, gli individui temono l’isolamento sociale e cercano di adeguarsi a quelle che vedono essere le opinioni prevalenti nella loro comunità.
3. Gli individui monitorano il proprio ambiente, prestando molta attenzione alle opinioni altrui quando cercano di individuare le opinioni più diffuse e le tendenze future.
4. È probabile che gli individui esprimano le proprie opinioni quando ritengono che esse siano popolari, al contrario quando sono convinti che le proprie opinioni siano impopolari è probabile che assumano un atteggiamento prudente e restino i silenzio.
5. La tendenza dell’uno a parlare dell’altro a restare in silenzio innesca una spirale che porta un’opinione a diventare dominante.
La spirale del silenzio limita il dibattito pubblico, estromettendo le opinioni minoritarie e ingigantendo il grado di consenso politico.
I media giocano un ruolo importane perché i cittadini spesso vi fanno ricorso per aere indicazioni sulle opinioni più popolari.

Ci sono tre approcci per comprendere la distribuzione reale del potere politico nelle società contemporanee:
1. Teoria pluralista secondo la quale il potere politico è frammentato tra numerosi gruppi in competizione tra loto.
Questa teoria sostiene che la politica consiste in una negoziazione costate tra vari interessi e che le linee programmatiche del governo cambiano al variare del gruppo di maggiore influenza.
2. Teoria delle élite secondo cui il potere politico appartiene sempre e comunque a una ristretta cerchia di persone, qualunque sia la forma di regime politico esistente.
Secondo Mills il potere è concentrato nelle mani di coloro che guidano le principali istituzioni burocratiche della società (concetto espresso nell’opera “The power élite”). Secondo la teoria della “power élite” l’influenza dei comuni cittadini risulta minima a fronte di un potere così concentrato.
3. Teoria della classe dominante secondo la quale il potere politico è concentrato nelle mani dei ricchi, che possiedono/controllano gran parte delle risorse economiche nazionali. È una teoria basata sull’opera di Karl Marx, è una forme del i teoria del conflitto che considera il sistema economico come la principale fonte di potere. Coloro che controllano l’economia utilizzano il proprio potere finanziario per influenzare il governo.

Le società con un sistema democratico sano mostrano un’ampia partecipazione dei cittadini alla politica.
Il livello di partecipazione è legato sia a fattori strutturali sia a fattori istituzionali sia a fattori culturali. Secondo alcuni studiosi l‘individuo di status socio-economico elevato ha capacità maggiori, più risorse, maggiore consapevolezza delle tematiche politiche, è più esposto ai flussi di comunicazione che riguardano la politica e interagisce con altri individui che partecipano (teoria della centralità sociale del cittadino).
Secondo altri studiosi, che pongono l’accento sul rapporto tra la socializzazione politica dei giovani e lo status socio-economico delle famiglie di origine, i giovani provenienti da famiglie colte e benestanti dell’alta società godono di numerosi vantaggi che li incoraggiano e li aiutano a interessarsi alla politica. È meno probabile che individui provenienti da un contesto di povertà si sentano adeguatamente preparai alla discussione e all’attività politica in un panorama che sembra premiare i ricchi.
Nelle democrazie contemporanee il declino dei partiti di massa e delle ideologie è uno dei fattori che spiegano l’aumento dell’astensionismo.
Alcuni critici sostengono che la concentrazione della ricchezza stia minando le istituzioni democratiche. Chi ha denaro a disposizione lo usa per influenzare il sistema politico.

Tratto da SOCIOLOGIA GENERALE di Emma Lampa
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