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Marxismo e Neomarxismo: Riflettivismo e Costruttivismo

TEORIA CRITICA
Questo approccio metodologico, che potrebbe essere definito neomarxismo, fu messo a punto da un piccolo gruppo di studiosi tedeschi. Nell’ambito delle Relazioni Internazionali, la teoria critica è strettamente legata all’EPI marxista e i suoi esponenti più noti sono Robert Cox e Andrew Linklater.
I teorici critici contestano 3 postulati base del positivismo:
1. l’esistenza di una realtà esterna oggettiva
2. la distinzione soggetto/oggetto
3. la possibilità di costruire una scienza sociale scevra di valori
Cox traccia una linea di distinzione tra:
1. conoscenza positivista: è conservatrice e cerca di conoscere ciò che esiste qui e ora e propende per uno status quo internazionale che è basato su una disuguale divisione del potere e che emargina una parte considerevole dell’umanità
2. conoscenza critica: non si limita a esaminare gli stati e il sistema degli stati, ma focalizza l’attenzione su potere e dominio nel mondo in generale. I teorici critici ricercano la conoscenza per uno scopo politico: liberare l’umanità dalle strutture oppressive della politica e dell’economia mondiale controllate dalle potenze egemoni (in particolare dagli USA capitalistici). Convinti che sia gli studiosi conservatori sia quelli liberali difendano e promuovano i propri valori politici, i teorici critici propugnano apertamente la loro ideologia progressista, di solito socialista, di emancipazione.
La visione della conoscenza come intrinsecamente politica distingue i teorici critici dai behavioristi, che disdegnano di usare la conoscenza scientifica per scopi politici, e dai teorici classici.
Secondo i teorici critici, gli studiosi delle Relazioni Internazionali non possono essere distaccati dalla materia che stanno studiando, perché ad essa sono legati in molti modi: anche loro fanno parte del mondo umano che stanno studiando, e sono coinvolti nelle sue vicende.
Il problema principale della teoria critica è quello che essa stessa pone riguardo all’autonomia della dottrina accademica e all’onestà di studiosi e scienziati: il valore di ogni teoria sarebbe basato su valori politici e non dipenderebbe da meriti accademici  se tutte le teorie altro non sono che espressioni di interessi politici, le scienze politiche non sono altro che politica. Tutto ciò può essere vero, ma così diventa difficile giustificare lo studio delle Relazioni Internazionali in termini accademici.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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