Formule elettorali
Sebbene la dicotomia tra il sistema proporzionale e quello uninominale sia la linea di divisione fondamentale nella classificazione dei sistemi elettorali dobbiamo fare alcune ulteriori distinzioni e sviluppare una tipologia più accurata. I sistemi elettorali possono essere descritti in termini di 7 attributi: formula elettorale, dimensioni del collegio; soglia di rappresentatività elettorale, ampiezza complessiva del corpo elettorale, influenza delle elezioni presidenziali su quelle legislative, distorsioni della rappresentazione e collegamenti elettorali interpartitici.
La classificazione si limita alle formule adottate per l’elezione della prima o unica camera nelle 36 democrazie e mostra a quale categoria appartiene ogni paese. La prima categoria, delle formule maggioritarie può essere suddivisa in 3 classi più specifiche. La formula maggioritaria a maggioranza semplice è più lineare: viene eletto in ogni collegio il candidato che ottiene la maggioranza dei voti sia assoluta o relativa (USA, U.K.)
Le alte formule maggioritarie richiedono invece la maggioranza assoluta. Un modo per soddisfare questo requisito consiste nel tenere un secondo scrutinio tra i due candidati che hanno raggiunto il maggior numero di voti se nessuno dei candidati ha raggiunto la maggioranza assoluta dei voti nel primo turno (Francia Austria, Portogallo…)
Il voto alternativo usato in Australia è una vera formula maggioritaria: gli elettori indicano i candidati da loro prescelti secondo un ordine di preferenza e se il candidato ottiene una maggioranza assoluta di voti espressi come prima preferenza viene eletto, se tale maggioranza non viene raggiunta si elimina il candidato che ha ottenuto il minor numero di prime preferenze e le schede di voto che lo indicano come prima preferenza vengono ridistribuite al secondo candidato in ordine di preferenza. Questa procedura viene ripetuta escludendo il candidato più debole e ridistribuendo le schede al successivo sino a che un candidato non raggiunge la maggioranza assoluta (usato anche in Irlanda)
Riguardo ai sistemi proporzionali possiamo distinguere 3 tipi fondamentali. La forma più ricorrente è il sistema con scrutinio di lista utilizzato in metà delle 36 democrazie. Prevede che i partiti nominino delle liste di candidati in collegi plurinominali e che gli elettori diano il loro voto per una lista di partito o per l’altra e che i seggi siano distribuiti alle liste di partiti in misura proporzionale al numero di voti ottenuti. I sistemi proporzionali con scrutinio i lista possono essere ulteriormente suddivisi a seconda della formula matematica utilizzata per tradurre il numero dei voti in seggi elettorali. Il metodo più comunemente applicato è la formula di Hondt che determina un leggero vantaggio a favore dei grandi partiti a discapito di quelli più piccoli
La seconda modalità di sistema proporzionale è quella della formula mista proporzionale. Circa la metà dei legislatori in Germania, Nuova Zelanda e Venezuela sono eletti in collegi uninominali con formula plurality mentre i restanti seggi sono attribuiti per mezzo di un sistema proporzionale di lista. La ragione per cui la combinazione dei metodi qualifica tali sistemi come proporzionali sta nel fatto che i seggi attribuiti alla lista compensano ogni di sproporzionalità prodotta dai risultati dei collegi uninominali.
Il terzo tipo di rappresentanza proporzionale è il sistema del voto unico trasferibile. Differisce dal sistema di lista per il fatto che gli elettori votano per i singoli candidati invece che per le liste di partito. La scheda è simile a quella del voto alternativo: contiene i nomi dei candidati che gli elettori devono classificare secondo un ordine di preferenza. La procedura per determinare i candidati vincenti è più complicata. Si operano due tipi di trasferimento di voto. Ogni surplus di voti che non serve ai candidati che hanno gia raggiunto la quota minima richiesta per l’elezione è trasferito al candidato successivo indicato sulla scheda. Il candidato meno votato viene eliminato e le sue schede saranno trasferite seguendo lo stesso criterio.
La maggior parte delle formule elettorali rientrano nelle due grandi categorie, proporzionale e maggioritaria ma alcune si trovano a metà strada. Queste formule di voto semi-proporzionale sono usate raramente e gli unici esempi si riferiscono al caso dl Giappone.
Continua a leggere:
- Successivo: Grandezza del collegio
- Precedente: Sistemi elettorali: metodi maggioritari e rappresentanza proporzionale
Dettagli appunto:
-
Autore:
Filippo Amelotti
[Visita la sua tesi: "Il Canada e la politica internazionale di peacekeeping"]
[Visita la sua tesi: "I cartoni animati satirici: il caso South Park"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Le Democrazie contemporanee
- Docente: G.Cama
- Titolo del libro: Le Democrazie contemporanee
- Autore del libro: A. Lijphart
- Editore: Il mulino
- Anno pubblicazione: 2001
Altri appunti correlati:
- Scienza politica
- Political Philosophy (Modulo 1 e Modulo 2)
- Sociologia politica e nuovi media
- Rappresentanza politica e governabilità
- Democrazia e Islam
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Le elezioni del Presidente degli Stati Uniti d'America
- Dalla crisi del sistema “Party Centered” all’affermazione del “Candidate Centered System”: il PSI di Craxi
- L'evoluzione del federalismo tedesco: da Weimar alla Grosse Koalition
- Forme di governo e sistemi elettorali in America del sud: il caso cileno
- Il principio di autodeterminazione dei popoli nel diritto internazionale contemporaneo: stato della prassi e tendenze evolutive
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.