Giordano Bruno – L’immenso e gli innumerevoli, ossia l’universo e i mondi
Giordano Bruno – L’immenso e gli innumerevoli, ossia l’universo e i mondi
1591 - Bruno è uno tra gli epigoni, insieme a Campanella dell’ermetismo rinascimentale, il quale giunse a postulare un cosmo e una visione del cosmo radicalmente diversi da quelli copernicani. Bruno potè inventare e postulare filosoficamente l’esistenza dell’infinito, dell’universo infinito popolato da infiniti mondi. In tale cosmologia Dio si perdeva in una sorta di rinnovato panteismo e l’uomo si perdeva rinunciando definitivamente alla propria centralità. Ma a ben vedere l’uomo si ritrovava, si risensava proprio con la capacità e l’audacia di pensare all’infinito. Audacia che costò a Bruno il rogo in campo dei fiori nel 1600.
Le cose semplici tendono al semplice, quelle corporee al corporeo, quelle divine al divino.
Tra l’anima e il corpo, l’uomo si prende maggiormente cura dell’anima in quanto quella è sostanza intrinseca, questo semplice attributo intrinseco ed accidentale; l’anima si mantiene eterna ed una, il corpo si presenta e si configura di volta in volta in maniera diversa. Quella è esistente di per sé, questo è qualcosa di inerente ad altro.
Nella ricerca dei beni e del conseguimento del bene l’intelletto e la volontà dell’uomo non si appagano mai; è evidente che essi aspirino non ad un bene o ad un vero particolari, bensì ad un bene e ad un vero universali, al di fuori e al di la dei quelli non si potrebbe individuare nessun vero e nessun bene. L’indagine e la ricerca non si appagheranno nel conseguimento di una verità limitata e di un bene definito. Ogni uomo cerca di dominare anche quelle cose da cui è dominato, e non è soddisfatto dai risultati raggiunti quando si presenta ancora qualcosa da poter conseguire.
E anche il senso non si rinchiude i se stesso perché dovunque si rivolga sempre si ritrova al centro dell’orizzonte, sia che scorra lungo la superficie terrestre o per gli spazi celesti.
Come vedo intorno questo sole molti pianeti percorrere l’aere, così dal ceno dell’oceano concluderei che infiniti mondi si innalzano, di cui alcuni sono soli lucenti minor grandezza, come altri brillano di luce riflessa. Esistono nell’universo due generi principali di corpi originali: i soli e le terre. Al primo genere appartengono le stelle fisse e dalla posizione di ognuna di esse sarebbe visibile questo nostro sole, alla stessa maniera con cui quelle cose sono visibili dalla posizione di questo sole. Al secondo genere appartengono la Luna, e gli altri pianeti che intorno al sole si muovono con moti diurni ed annui. Intorno all’universo si apre uno spazio infinito che contiene infiniti astri e mondi.
Invoco te, Copernico, dotato di una mente venerabile. Non solo tu neghi che la terra sia al centro, cosa che in precedenza gia altri poterono constatare ma affermi che essa si muove con una rivoluzione annua attorno agli atrii del sole, mentre, nello stesso tempo si volge attorno al proprio centro, con la rotazione diurna trae in inganno perché appare l’immagine di tanti corpi che girano intorno
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Dettagli appunto:
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Autore:
Filippo Amelotti
[Visita la sua tesi: "Il Canada e la politica internazionale di peacekeeping"]
[Visita la sua tesi: "I cartoni animati satirici: il caso South Park"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia moderna
- Docente: M. Bottaro Palumpo e R. Repetti
- Titolo del libro: La scienza nuova. Ermetismo e magia rinascimentale
- Autore del libro: R. Repetti
- Editore: ECIG
- Anno pubblicazione: 2008
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