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Cornelio Agrippa di Nettesheim – De occulta philosophia


1533- Nell’enfasi posta sulla necessità delle applicazioni matematiche nelle atività magiche fu la caratteristica della riflessione di uno degli ultimi maghi rinascimentali, Cornelio Agrippa che risente del dibattito sul valore delle scienze matematiche. Ciascuna operazione magica secondo lui, doveva essere condotta secondo la conoscenza e nel rispetto delle qualità fondamentali degli elementi: numero, peso e misura, ai quali egli univa armonia, movimento e luce. L’operazione magica tende a identificarsi con l’operazione tecnica, la quale, sfruttando le qualità fisiche della materia, produce fenomeni e risultati il cui valore risiede già nel criterio dell’utilità di tali esperimenti; fenomeni e risultati che non sono altro che l’opera delle scienze naturali e matematiche.
Le scienze matematiche sono necessarie alla magia. Tutte le cose sono prodotte e governate con numero, peso, misura, armonia, movimento e luce e tutto quello che vediamo nel mondo inferiore ha radice e fondamento nelle scienze matematiche.
Quando un mago è versato nella filosofia naturale e nella matematica e conosce le scienze che ne derivano, l’aritmetica, la musica, la geometria, l’ottica, l’astronomia, e quelle che si esercitano per mezzo di pesi, di misure, di proporzioni, può compiere cose meravigliose che stupiscono gli uomini più colti.

Il testo di Agrippa è emblematico di un fenomeno corrente nella cultura rinascimentale: Il fiorire di una cultura tecnico-scientifica che svolse un importante ruolo nel passaggio tra scienza medievale e moderna: i “libri di segreti”, manuali-ricettari dove sperimentazione e fantasia si incontravano, essoterismo ed esoterismo si fondevano. Ricette di profumi, medicamenti, pozioni magiche, arte culinaria, chimica, erboristeria, metallurgia, mineralogia vennero rese accessibili. Stava tramontando l’epoca in cui lo scienzato-mago credeva di soddisfare il dettame evangelico del non dare perle ai porci interpretandolo nel senso che la verità andava mantenuta segreta. Si stavano separando le strade della filosofia-teologia e della scienza-tecnica e la verità perdeva i caratteri dell’assoluto. Il segreto tendeva a diventare pubblico.

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