La nascita della FIAT
La visita alla FIAT e l’intervista a Giovanni Agnelli formano un capitolo centrale de L’Italie au travail di Louis Bonnefon Craponne, uomo d’affari francese che ha maturato una profonda conoscenza del sistema economico italiano tra il 1906 e il 1914 quando è stato a capo della Lega industriale di Torino.
La FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino) nasce l'11 luglio 1899 a Torino come casa produttrice italiana di automobili, ad opera di GIOVANNI AGNELLI e di diversi altri soci. L'azienda nacque dalla comune volontà di una trentina tra aristocratici, possidenti e professionisti torinesi di impiantare una fabbrica per la produzione di automobili.
Dopo un primo periodo di difficile sviluppo la proprietà della casa automobilistica viene assunta quasi integralmente da Giovanni Agnelli, che diventerà senatore durante il Fascismo e resterà a capo dell'azienda sino al termine della seconda guerra mondiale.
Agnelli era tornato da poco dagli Stati Uniti dove si recò nel 1905 e nel 1912. Secondo lui la concorrenza in Italia ma anche in Europa con l’America si era fatta sempre più dura a causa dell’aumento dei costi di produzione.
Pensava che la sfida americana andasse raccolta e che ci si doveva attrezzare per cambiare il modo di produrre. Appare evidente che l'unica via percorribile sia quella di operare in serie, attraverso la catena di montaggio.
L’unico mezzo per poter fronteggiare la concorrenza interna e esterna, permettendo la riduzione dei prezzi, possibile solo con un aumento della produzione è la costruzione di un nuovo grandioso stabilimento. In questo modo si eliminerebbero le spese che comporta la distanza tra i vari stabilimenti sorti nel tempo.
Nei primi anni venti, infatti, si costruirà lo stabilimento del Lingotto, il più grande impianto automobilistico d’Europa, modernissimo stabilimento di 153.000 mq, disposto su 5 piani.
Appena prima dello scoppio della guerra viene inaugurato anche il nuovo stabilimento di Mirafiori dove viene iniziata la turnazione del lavoro sull'arco delle 24 ore.
La guerra in un primo momento impone la sospensione del progetto di replicare a Ford la produzione di massa. Poi sarà proprio la mobilitazione industriale del periodo bellico, con la concentrazione di risorse che convoglierà verso le fabbriche e l’impennata dei profitti causata dalla necessità di rifornire sempre l’esercito, a mettere la Fiat nella condizione di tradurre in pratica le ambizioni americaniste di Agnelli(Modello T).
Lui però diversamente da Ford non pensava che la rivoluzione organizzativa si dovesse estendere anche agli uomini. Sebbene la Fiat assocerà la forza lavoro al sistema aziendale(presupposto per la produzione di massa) non svilupperà un legame diretto con i suoi operai.
L’esempio di Agnelli è indicativo delle attitudini industriali europee, intenzionate a captare il nucleo tecnico e organizzativo del fordismo, ma senza l’involucro sociale entro cui Ford aveva messo la produzione di massa.
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