Strumenti a raggio doppio
Il principio di uno spettrometro a raggio doppio è il seguente. Il segnale emesso dalla sorgente viene diviso da un chopper nel campione e nei raggi di riferimento. Il raggio del campione passa attraverso l’atomizzatore e il raggio di riferimento lo evita. I due raggi vengono poi ricombinati da uno specchio semitrasparente dietro l’atomizzatore. L’elettronica di questo sistema produce il rapporto di questi raggi con il raggio del campione a denominatore e il raggio di riferimento a numeratore. Poiché i raggi del campione e del riferimento sono entrambi generati dalla stessa sorgente, passando attraverso lo stesso monocromatore, e ricevuti dallo stesso rivelatore e amplificati dalla stessa elettronica, ogni variazione nella sorgente, sensibilità del rivelatore, o amplificazione appare in entrambi i raggi e viene cancellata via. La stabilità di questo sistema è perciò migliore di quella di un sistema a raggio singolo. D’altra parte, dato che il raggio di riferimento non attraversa l’atomizzatore, variazioni nelle conduzioni di atomizzazione non possono essere eliminate. Un ulteriore svantaggio dell’ottica a raggio doppio è la perdita dell’energia incidente (circa il 50%), che è più alta di quella dell’ottica a raggio singolo.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Lazzara
[Visita la sua tesi: "Determinazione di arsenico mediante voltammetria di stripping anodico con elettrodo in oro"]
[Visita la sua tesi: "I laser a coloranti: fondamenti e stato dell'arte"]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
- Corso: Chimica
- Esame: Chimica analitica
- Docente: Edoardo Mentasti
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