Trascrizione
Si usano DNA-polimerasi, come stampo viene accettato sempre il DNA e il substrato sono i nucleotidi ribosomali.
Polimerasi procariotiche: sistemi abbastanza compattati, manca però l’equivalente dell’attività dell’unità ribonucleasi in 5’, vengono mantenute la struttura centrale e la struttura che corregge eventuali distorsioni, non esiste organizzazione multimerica (mancano gli aggregati con effetto 5’-ribonucleasico).
La sequenza d’inizio viene riconosciuta dalla polimerasi, per far iniziare la trascrizione è necessario avere DNA a filamento singolo, basta che venga letto uno dei due filamenti. Si possono costruire t-RNA, r-RNA, e soprattutto m-RNA, che riportando una sequenza genica del DNA vengono utilizzati per la sintesi proteica.
I segnali d’inizio hanno sempre sequenze riconoscibili, la sequenza di fine lettura è sempre rappresentata da lunghi intervalli in cui si ripete in modo monotono una base (in genere A). Il metallo è sempre Mg.
RNA → DNA (TRASCRIZIONE INVERSA)
Da poliriboderivato a polidesossiriboderivato. Avviene nei retovirus (ad esempio il virus dell’AIDS), che sono un gruppo di elementi virali che hanno un patrimonio genetico formato da catene singole di RNA, e hanno una trascrittasi inversa dotata di un dominio centrale polimerasico, con dominio a monte 5’-ribonucleasico, ma senza il dominio a valle. Quando il virus entra nella cellula, la polimerasi usa i substrati cellulari (DNA) usandoli come substrati per costruire filamenti di DNA complementare al precedente digerendo via via il vecchio DNA. A fine reazione si trovano DNA che portano in modo complementare l’informazione genetica del virus. Questa non viene riconosciuta dagli enzimi cellulari, e viene quindi inserita nei cromosomi: a monte e a valle hanno delle sequenze d’inserzione, che vengono riconosciute dagli enzimi cellulari che le idrolizzano e le rinsaldano, al posto della loro funzione di riparazione del DNA. Avviene quindi una ex-cisione del frammento, che può quindi essere riprodotto dagli enzimi cellulari come RNA-polimerasi: la cellula produce materiale virale (genoma e proteine).
Questi enzimi sono usati in biotecnologia per la sintesi artificiale di geni partendo da proteine (dalla sequenza proteica alla sequenza nel codice genetico), ottenendo la sintesi artificiale di un poliriboderivato (m-RNA). Si ottiene il complementare attraverso una reazione polimerasica a catena, e viene inserito nei batteri o in altre cellule per studio.
Nella reazione a catena della polimerasi (PCA) si possono usare duplex di DNA, in assenza di proteine che proteggano e mantengano il DNA compatto e assemblato (si usa la denaturazione termica).
Ci vogliono però polimerasi che resistano a denaturazione/rinatuazione. Si usano batteri termofili, che hanno sequenze peptidiche formate da amminoacidi apolari resistenti ad alte temperature.
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Autore:
Marco Lazzara
[Visita la sua tesi: "Determinazione di arsenico mediante voltammetria di stripping anodico con elettrodo in oro"]
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- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
- Corso: Chimica
- Esame: Biochimica
- Docente: Carlo Giunta
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