La perdita di introiti da parte dell'Erario
La perdita di introiti da parte dell'Erario
Il mancato introito dello Stato riguarderà l'IVA e la tassazione dei profitti sulla base delle aliquote esistenti. Nell'ipotesi in cui l'IVA media sui consumi delle famiglie italiane incida per il 15%, il mancato introito IVA sarà di 109,5 milioni di Euro nel caso di un'adesione al 10%. Se consideriamo anche la mancata tassazione dell'impresa ad una aliquota media tendenziale del 33%, il mancato introito (sempre nel caso di una adesione al 10%) è di 12 milioni di Euro che sommati ai 109,5 milioni di mancato introito IVA determinano una perdita di entrate per l'Erario di 121,5 milioni di Euro, a cui va aggiunto il credito d'imposta concesso pari a 24,5 milioni di Euro, per un totale mancato introito di 146 milioni di Euro.
Ora, se consideriamo che lo Stato italiano ha speso nel 2000 per l'assistenza e lo sviluppo dei paesi sottosviluppati 1.376 milioni di dollari, equivalenti a circa 1.400 milioni di Euro, pari allo 0,13% del PIL (con l'impegno preso dall'Italia in occasione del vertice Onu di Monterrey di raggiungere nel 2006 una quota pari allo 0,39% del PIL), tale somma potrebbe essere direttamente imputata a questo capitolo di spesa con un notevole vantaggio in termini economici, culturali e politici. Infatti, a fronte di una disponibilità di fondi per la cooperazione di 730 milioni di Euro, lo Stato "spenderebbe" in termini di mancato introito fiscale solo 146 milioni di Euro, con un effetto moltiplicatore di questo "investimento" pari a oltre 5 contro un moltiplicatore pari ad 1 della spesa effettuata direttamente a carico del bilancio.
È di tutta evidenza, allora, la convenienza dello Stato ad utilizzare questo strumento, vista la capacità di investire risorse aggiuntive rispetto a quelle derivanti da una spesa diretta.
Ma ben altri sono i vantaggi sul piano culturale.
L'aver assegnato alla libera scelta del cittadino la destinazione di risorse ai fini della solidarietà rappresenta infatti un salto di qualità nella presa di coscienza del problema, oltre al fatto che detto sistema consente l'applicazione del fondamentale principio di sussidiarietà sancito anche dalla nostra Costituzione. L'adesione al progetto “De-Tax” consentirebbe di destinare le somme così ricavate o a specifici progetti liberamente scelti dagli operatori economici e dai consumatori, progetti sulla cui efficacia e sulla cui realizzazione potrebbe venir esercitato un controllo sia dell'autorità statale sia delle associazioni dei consumatori e degli operatori, o ad un Fondo di Solidarietà Internazionale che potrebbe essere gestito dallo Stato Italiano o dall'Unione Europea. Inutile sottolineare la valenza culturale di questa soluzione rispetto ad altre di tipo centralizzato poste in essere dai singoli governi.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Filippo Amelotti
[Visita la sua tesi: "Il Canada e la politica internazionale di peacekeeping"]
[Visita la sua tesi: "I cartoni animati satirici: il caso South Park"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Economiche e Aziendali
- Corso: Scienze Politiche
- Esame: Sistemi fiscali comparati
- Docente: Gandullia
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