Storia degli atlanti tematici
La realizzazione di raccolte tematiche costituisce un fatto recente, dopo la seconda guerra mondiale, anche se uno dei primi atlanti tematici risale al 1838. Da questo momento, l'allestimento di atlanti costituiti da carte speciali o applicate procede in crescendo sia per il numero degli esemplari sia per la quantità dei temi sviluppati i quali contribuiscono alla formulazione di una certa nomenclatura ancora in uso. L'organizzazione e la produzione delle carte tematiche paiono stimolate e incentivate anche dalla necessità di ridefinizione e di gestione del territorio che si determinarono in special modo posteriormente al secondo conflitto mondiale: determinanti le necessità di rilevazione e di un inventario delle risorse, dei patrimoni, e l'esigenza di riappropriazione delle identità nazionali. Questo però si rivela inadeguato e si cerca un approccio meno generale e più concreto, arrivando così allo scollamento fra tematismo scientifico ufficilae (produzioni accademiche e degli organismi statali) e tematismo tecnico (autonomo e praticato sia ai livelli locali della pubblica amministrazione sia al livello privato, dettati dalle esigenze e dai propositi di successo di importanti imprese economiche che non consentono di prescindere da una reale e completa conoscenza dei relativi territori d'impianto).
Di recente la cartografia tematica si è diversificata pur nella prevalenza dei temi fisico-naturalistici e statistico-economici rispetto ai temi storici, socio-culturali ecc. Attualmente, l'apparato cartografico risponde alle esigenze con la costruzione degli atlanti comunemente definiti nazionali, a piccola scala, e con la costruzione delle raccolte regionali, topografiche e urbane, a media e grande scala. L'allestimento di atlanti nazionali risale alla fine del XIX secolo, precisamente al 1899, anno in cui l'interessamento e le iniziative della Società Geografica Finlandese si concretizzarono nella realizzazione del Suomen Kartasto, seguito dall'Atlas of Canada. Successivamente i due esemplari subirono aggiornamenti abbastanza regolari, e nei primi anni Sessanta si concentrò l'iniziativa di altri Paesi. Alla quarta edizione dell'atlante nazionale finlandese e alla terza di quello canadese si aggiunsero il rifacimento dell'antica raccolta francese, l'Atlas of Austrialian Resources, l'Atlas der Republik Osterreich, l'Atlas of Britain and Northern Ireland, l'Atlas der Schweiz e l'Atlas Gruzinskoj Sovietskoj Sozialisticeskoj Respubliki (cartografia sovietica). L'Italia, a cura del Touring Club Italiano, pubblica l'Atlante Nazionale d'Italia.
Su di un piano diverso si collocano gli atlanti regionali, i quali, grazie all'uso di scale maggiori rispetto a quelle delle raccolte a carattere nazionale, soddisfano esigenze più precise e paiono esprimere maggiore aderenza alla realtà territoriale e alle sue eterogenee componenti. Fra le opere cartografiche di questo genere si inseriscono anche gli atlanti classificati come topografici (luoghi ritenuti particolarmente caratteristici per i loro aspetti) e urbano (città e relativo umland): l'Atlas du Nord de la France, l'Atlas of London and the London Region, lo Strukturatlas Nordwestscheiz, Oberelsass, Sudschwarwald e il Topografisk Atlas Danmark. Si dovrebbe, però, scegliere una scala più grande, per rendere più leggibili e consultabili le carte, e una metodologia meno specializzata ma più commerciabile.
Un altro significativo elemento è costituito dalla presenza delle urban maps relative alle maggiori città e ai rispettivi umland, cioè a quei centri che, per la presenza di fatti economici, sociali e politico-amministrativi di una certa portata, agiscono sugli spazi circostanti come forze centripete (positive) e centrifughe (negative). Nel merito delle problematiche socio-politiche ed economiche va segnalato l'Atlante dei problemi del mondo d'oggi, in cui vengono visualizzati temi relativi alle spese militari, al potere industriale e tecnologicoi, alle entrate dei governi, alle multinazionali, all'inflazione ecc. Una grave lacuna nel settore degli atlanti economici è costituita dall'assenza di opere che affrontino secondo una prospettiva storica sia lo sviluppo dei Paesi sia l'evolversi di determinate problematiche. Tale lacuna si spiega considerando che soprattutto in questo momento l'acquisizione delle conoscenze sembra procedere per compartimenti stagni e quindi la rappresentazione cartografica dal punto di vista storico dei fatti e oggetti diversi è deputata esclusivamente agli atlanti storici. Molte delle raccolte esaminate, pur privilegiando le vicende del mondo occidentale, trattano la materia universalmente, altre invece si distinguono sia per il taglio regionale sia per quello temporale. La produzione italiana si trova culturalmente e metodologicamente in ritardo rispetto a quella di altri paesi esteri, pur se va a merito dell'Istituto Geografico DeAgostini la realizzazione di un interessante lavoro articolato in due parti edite a distanza di sei anni l'una dall'altra (la prima parte ha un contenuto metodologico, la seconda si intitola Le sedi antiche scomparse).
Vanno poi menzionati quegli atlanti speciali, i quali non sono altro che le raccolte cartografiche che vengono in tal modo classificate non trovando precisa collocazione nelle convenzionali categorie finora esaminate. Si tratta in prevalenza di opere a tema fisico-naturalistico, o atlanti fisici, etnico-linguistico, folkloristico e turistico.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Elisabetta Pintus
[Visita la sua tesi: "L'individuazione di nuovi segmenti turistici: ''il turismo danzante''"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Scienze Economiche e Aziendali
- Corso: Marketing
- Esame: Geografia e Cartografia
- Docente: Cosimo Palagiano, Angela Asole, Gabriella Arena
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