Giustificazione del sistema e teorie intergruppi
Perché certi gruppi svantaggiati considerano naturale e non socialmente prodotto il sistema in cui sono inseriti? Viene dato per scontato che la situazione perché naturale sia immutabile.
Molte ricerche empirica ha dimostrato che gli attori sociali hanno l’esigenza di giustificare gli eventi sociali, le proprie azioni i comportamenti discriminatori, lo status proprio e altrui.
Gli studi sugli stereotipi sostengono che i pregiudizi di gruppo sono razionalizzazioni attraverso cui l’individuo conserva la propria stima di sé. Allport sostiene che la funzione principale dello stereotipo è quella di giustificare la nostra condotta in relazione ad altre categorie. Per molti aspetti però Jost sostiene che l’ipotesi <giustificazione del sé> è incompleta: non da conto di molti casi di stereotipizzazione negativa del sé in gruppi svantaggiati, che non è un operazione al servizio del sé e inoltre spesso gli attori sociali elaborano stereotipi in assenza di qualsiasi circostanza che richieda giustificazione. Infine gli stereotipi sociali sono caratterizzati dal fatto di essere condivisi da grandi gruppi di individui, se i contenuti dei pregiudizi fossero generati da esigenze di giustificazione individuale non potrebbero essere tanto consensuali.
Per Jost e l’amico è agevole vedere in tutta la SIT un modello concettuale di “giustificazione del gruppo”.
Il bias intergruppi è un chiaro <meccanismo di difesa> di un gruppo nei confronti di altri gruppi.
Sempre Jost: per i fenomeni di stereotipizzazione negativa di sé gli stereotipi adempiono a funzioni ideologiche e non solo motivazionali: in determinate circostanze sono utilizzabili per giustificare il sistema esistente….L’individuo elabora di fronte a certi problemi una rappresentazione della realtà in base a cui <giustifica il sistema> il che può spiegare il comportamento messo in atto dai gruppi privilegiati per difendere il proprio status dominante su altri. La differenza di potere può essere giustificata in vari modi, invocando ragioni di competenza o di legittimità ma utilizzando anche meccanismi di svalutazione dei subordinati.
Lo stesso approccio è impiegato dai gruppi sottoprivilegiati. Pur essendo danneggiati dalla situazione in cui vivono la percepiscono e la interpretano come un fatto naturale (immodificabile) non come un prodotto sociale (modificabile). Per Jost queste tendenze ad accettare l’esistente anche se spiacevole è alla base di un meccanismo di falsa coscienza ---un insieme di credenze false che sostengono la propria oppressione.
La stereotipizzazione in questa prospettiva funziona come veicolo psicologico per la giustificazione del sistema.
Continua a leggere:
- Precedente: Le motivazioni per le identificazioni
Dettagli appunto:
-
Autore:
Manuela Floris
[Visita la sua tesi: "La colpa e il ragionamento emozionale"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Titolo del libro: Psicologia sociale
- Autore del libro: Palmonari, Cavazza, Rubini
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 2002
Altri appunti correlati:
- Sociologia generale
- Psicologia Sociale
- Manuale di Sociologia
- Lezioni di psicologia sociale
- Pedagogia generale
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Interventi di comunicazione organizzativa nei processi di cambiamento
- L'importanza del lavoro di gruppo e la leadership
- Dinamiche relazionali e processi comunicativi nei gruppi di aggregazione con particolare riferimento ai business network e alle reti imprenditoriali
- Cambiamento e ''cambia-menti'' nella Pubblica Amministrazione
- Il conflitto intergruppi è necessario? La risposta della Psicologia sociale. Dalle cause che lo generano agli antidoti per risolverlo
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.