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L’aquila come dono fatato

tra gli aiutanti dell’eroe c’è anche l’aquila, la sua funzione è quella di trasportare l’eroe nell’altro regno. In alcuni racconti l’aquila viene  nutrita, questo è un fatto storico -> i popoli siberiani si nutrivano di aquila in quanto si riteneva che l’aquila andava a svernare nelle case degli uomini e che il padrone le sacrificava la metà del suo bestiame.
Nella fiaba l’eroe non uccide l’aquila, ma dopo averla mantenuta 3 anni vuole soltanto ucciderla ma poi la rimette in libertà, ma l’aquila lo porta con sé nel regno lontano e volano via insieme. Nella fiaba il momento in cui l’aquila prende il volo  corrisponde nel rito al suo invio al padre mediante l’uccisione -> nel rito l’aquila viene nutrita e poi inviata ai suoi padri. Nel racconto di fate questo si riflette come una liberazione dalla prigionia.
Il mantenimento dell’aquila viene presentato come un peso per l’eroe e come una cosa senza senso.
Il motivo della nutrizione dell’aquila è una consuetudine anticamente esistita => è una preparazione all’uccisione della vittima. Nel racconto di fate l’uccisione è stata trasformata in atto di pietà, nella liberazione dell’aquila e nella sua partenza.

Tratto da LE RADICI STORICHE DEI RACCONTI DI FATE di Selma Aslaoui
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