Skip to content

Come la narrazione aiuta la comprensione della malattia psichica


Viene detta FOBIA un siffatto stato morboso e il caso di H potrebbe essere definito un’agorafobia ma la locomozione nello spazio aperto diviene agevole quando il soggetto è accompagnato da una certa persona scelta apposta. Quella di H rientra nelle fobie senza aggiunta di conversione.
L’insorgere dello stato d’angoscia di H non era stato improvviso, è dal sogno in cui non c’era più una mamma da cui farsi coccolare indica un processo di rimozione di preoccupante intensità. Si tratta di un vero sogno di punizione e di rimozione, in cui la funzione del sogno viene meno giacché il bambino si sveglia in preda all’angoscia. Ciò che è certo è che l’eccitamento sessuale si è trasformato in angoscia.

Un primo successo è che resosi parzialmente padrone del suo complesso di evirazione adesso è in grado di dichiarare i suoi desideri sulla madre e lo fa in forma travisata.
Con la spiegazione che H vedeva il padre come il cavallo da quel momento il culmine dello stato patologico fu superato, il materiale afflui abbondante e il piccolo malato dimostrò il coraggio di riferire i particolari della sua fobia, per poi intervenire subito dopo in modo autonomo nello svolgimento dell’analisi.
Secondo Freud è molto istruttivo addentrarsi così a fondo nei dettagli di una fobia perché se ne trae la sicura impressione che la relazione tra la paura e i suoi oggetti si è stabilita in maniera secondaria.

Il tentativo di risolvere la questione, di capire cosa bisognava fare con la mamma per farle avere dei figli sprofondò nell’inconscio e i due impulsi attivi (ostilità per il padre e sadismo-tenerezza per la madre) rimangono senza sfogo: uno a causa dell’amore coesistente accanto all’odio e l’altro a causa della perplessità derivante dalle teorie sessuali infantili.
Dunque i complessi inconsci e i moti di desiderio (rimossi e poi ridestati) provocarono la fobia di Hans.
L’ intento e contenuto della fobia era una grande restrizione della libertà di movimento, quindi questa è una potente reazione a oscuri impulsi di moto indirizzati verso la madre. Infatti il complesso ostile per il padre ricopre quello impudico verso la madre.

Tratto da IL CASO DEL PICCOLO HANS di Carla Callioni
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.