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La prevenzione dei suicidio


Il suicidio è un fenomeno presente in ogni cultura e società; molte difficoltà nel valutarlo, per es. distinguerlo dagli “equivalentyi del suicidio” (alcolismo, tossicomania) e dal suicidio subintenzionale (il rischio di morte è ricercato inconsapevolmente tramite dinamiche inconsce: omissione cure, lavori a rischio…). Difficoltà nel classificare alcuni casi di morte violenta come annegamento, precipitazioni.
Statistiche: tassi ridotti nei paesi arabi e latino-americani, maggiori in USA e paesi occidentali; grande incidenza tra soggetti affetti da disturbi psichiatrici, adolescenti, anziani.
Gruppi a rischio: adolescenti, anziani che vivono soli, carcerati, malati cronici, alcolisti, parenti di soggetti suicidi.
Altri fattori di rischio: perdita genitori in età infantile, lutto recente, instabilità familiare, comportamenti ad alta emotività o inibizione, disoccupazione, scarsa integrazione sociale, deprivazione economica, migrazione, malattie fisiche e psichiche.
Rapporto col disturbo mentale: maggior rischio autolesivo; soprattutto schizofrenici, depressione (pazienti che manifestano sdegni di inadeguatezza, perdita di speranza, solitudine, isolamento). Soprattutto nel momento del reinserimento sociale, fallimenti nella riabilitazione, ricadute (consapevolezza del divario tra esigenze esterne e proprie capacità di risposta).

Tratto da IGIENE MENTALE. PSICHIATRIA E PREVENZIONE. di Antonella Bastone
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