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La filosofia e le scienze


Il dibattito fra scienza e filosofia non si è limitato a problemi particolari di storia o di fatti scientifici, ma ha riguardato anche un sentimento generale, secondo cui la scienza può pretendere di mettere la filosofia in pensione, come fatto del passato. Da qui i vari tentativi di svalutare quelle forme conoscitive che non siano quelle scientifiche. Mentre lo spirito delle scienze è empirico, ciò di cui si occupa la filosofia sono idee estranee all'esperienza, l'essere, l'atto, la sostanza; per questo motivo, le soluzioni filosofiche debbono ritenersi solo apparentemente tali, in realtà producono confusione che finisce per nascondere la realtà effettiva delle cose.
Chi ha fatto proprio un rigore scientifico è obbligato ad ammettere solo le conoscenze dei dati sperimentali, e non le spiegazioni di natura metafisica. Questo disprezzo per la filosofia, è ancor oggi alimentato da una sorta di ideologia che si chiama scientismo (estensione del razionalismo). Lo scientismo propone una concezione della vita che presuppone di risolvere il problema di questa solo grazie al progresso scientifico.
Il successo delle scienze moderne è servito solo a divulgare l'idea che solo i metodi scientifici possano essere capaci di procurare una vera conoscenza, e quindi solo le scienze sono abilitate a decidere delle questioni che gli uomini debbono porsi. Il potere scientista cerca quindi di abituarci a credere che ha valore solo quanto è accettabile, controllabile con l'esperimento e con il calcolo. Lo scientismo ha assorbito lo schema di Comte, fondatore del positivismo e della sociologia, secondo cui il pensiero umano attraversa tre grandi fasi: una teologica, dove per la spiegazione dei fenomeni, ricorre all'intervento di eventi soprannaturali e divini; una seconda metafisica, in cui si serve di enti razionali e astratti; una terza fase, positiva, volta a intendere i fatti nella loro realtà e nei loro rapporti scientifici. Questo modo di pensare è ancora molto diffuso e condiviso. Concludere però che oltre agli enunciati delle scienze non ce ne possono essere altri veri, non è un'affermazione scientifica, ma anzi è un giudizio arbitrario, un pregiudizio. L'uomo infatti non cerca solo di arricchire le sue conoscenze scientifiche, cerca anche l'unione personale, l'arte, altre cose che giudica delle possibilità buone, ma ha bisogno di un significato indispensabile per il suo essere. È opportuno quindi che il filosofo ricordi alla società che l'uomo delle scienze non è mai tutto l'uomo, ma solo l'uomo da un determinato punto di vista. La scienza è una forma di conoscenza preziosa, ma non è la sola.

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