Newton - I professionisti e l’etica professionale negli Stati Uniti
In un momento della storia degli Stati Uniti ben noto per la sua turbolenza, la metà degli anni ‘60, momento in cui tutte le altre strutture sociali (ben consolidatesi negli anni ‘50) sembravano cadere a pezzi, le professioni dimostrarono di avere ancora un forte senso delle loro missioni e uno stabile insieme di norme attraverso le quali fare il loro lavoro, questo in virtù del rapporto tra la funzione svolta da una professione e l’etica professionale, o i codici etici, che la professione aveva sviluppato nel tempo.
“Professione” in USA è definito attraverso un caso paradigmatico piuttosto che da condizioni necessario o sufficienti; il caso di cui parlo è quello del medico che esercita da solo, si occupa del proprio studio e tratta principalmente i suoi pazienti; la professionalizzazione delle altre attività misurata in rapporto a questo paradigma.
Per la società come un tutto, professionalizzazione è l processo attraverso il quale autorizziamo qualcuno del nostro gruppo a svolgere per noi certi compiti sociali, essenziali per il benessere della società, compiti che non possono essere svolti senza competenza, autorizzazione e impegno individuale a tempo pieno.
Esistono 4 condizioni che mostrano come l’etica professionale ne derivi:
• Il professionista svolge un compito essenziale nelle società. Bisogni ricorrenti ci portano ad affidare certe aree della vita a persone dedite a servirci in queste aree, di conseguenza risulta necessario il requisito del servizio per il bene comune, e l’obbligo fiduciario del professionista di porre i bisogni del cliente al di sopra dei propri, tale è una costante in tutte le professioni.
• Il professionista possiede delle conoscenze superiori alle nostre. Storicamente tali si ritenevano di origine divina; oggi abbiamo sostituito alle credenze sovrannaturali la fiducia nella potenza dell’educazione tecnica.
Dalla competenza deriva la giustificazione dell’autonomia professionale. Nessuno, privo delle competenze richieste, può giudicare la prestazione di un professionista nello svolgimento del suo compito, sicchè il professionista stesso è il proprio giudice, salvo che il controllo collegiale, esercitato da un corpo di professionisti ugualmente esperti limiti la sua libertà di praticare come lui vorrebbe.
Dall’autorità sulla formazione deriva l’autorità sulla certificazione delle competenze richieste, e questo è il primo elemento del controllo sull’entrata nella professione.
• Il professionista esercita un potere in base a una speciale licenza che viene dalla società, e usa la propria competenza per servire il cliente. L’esercizio del potere è un argomento centrale nello studio dell’etica delle professioni, nel quale è insita un’intrinseca uguaglianza di potere nel rapporto tra professionista e cliente: il cliente ha un bisogno che deve essere esposto molto spesso con un costo in termini di privacy e dignità perché il professionista sia in grado di aiutarlo, ma non altrettanta esposizione con pari vulnerabilità, ci si aspetta dal professionista. L’attività professionale comporta la gestione di questa relazione di potere.
Questo potere deve essere istituito dall’autorità della società intera per essere legittimo. I compiti che i professionisti svolgono richiedono spesso speciali autorizzazioni: uno speciale permesso è richiesto per mettere le mani sul corpo di un’altra persona, per imprigionarla, per guarirla, per poter mettere le mani sulle menti e sulle anime di altre persone. La società non può tollerare che tali cose siano fatte senza una speciale competenza, tale è un riconoscimento sociale. Da questa esigenza deriva la richiesta generale da parte delle professioni di cerimonie di pubblico riconoscimento, sia simboliche che legali. I professionisti sono anche in grado, tramite le loro associazioni e le loro commissioni per il rilascio delle licenze, di espellere dalla professione i membri che dimostrino conoscenze inadeguate o si comportino in modo immorale. In pratica però è molto difficile espellere qualcuno dalla professione, ma ai professionisti va bene così.
• Il professionista fa ciò che fa a tempo pieno, per compenso e come scelta di vita. Essenziale alla nozione di professione è la decisione di impegno. Tale impegno include come implicazioni logiche, l’impegno a servire, fedelmente, il proprio cliente; si impegna ad acquisire le competenze necessarie; si impegna ad ottenere l’autorizzazione a esercitare. La più rilevante caratteristica del professionista che lo differenzia dal dilettante è il fatto che il 1° è pagato per i suoi servizi, ciò gli rende possibile l’esercitazione a tempo pieno della professione, e lo vincola ad assumere obblighi propri della professione, definisce inoltre il suo status nella società. Questo è il complesso gioco di impegni che costituisce la professione.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marianna Tesoriero
[Visita la sua tesi: "Mind Control: strategie di controllo mentale attraverso i media"]
- Università: Università degli Studi di Messina
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Corso: Scienze della Comunicazione
- Esame: Deontologia
- Docente: Prof. D. Neri
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