Il metodo Frobel per la prima educazione
Il metodo Frobel per la prima educazione
il “metodo Frobel” riguarda la prima educazione, ossia il periodo infantile prescolare che precedentemente veniva escluso dalle attività educative di tipo comunitario. Secondo F questo periodo è caratterizzato dall’espressione esterna dell’interiorità, è incentrato quindi sulla spontaneità del gioco in cui il bambino rappresenta il proprio mondo interiore e sviluppa un’adesione ai vari aspetti della vita dell’uomo. Il gioco rivela le più intime tendenze di ciascuno, va osservato, assecondato e favorito dall’educatore, ma il bambino non lo interpreta come divertimento ma come un vero e proprio lavoro dotato di un significato profondo.L’attività ludica manifesta oltre l’espressione creativa anche il primo fare produttivo del bambino in cui coglie l’unità del mondo e conosce la realtà. Il gioco diventa un autentico diritto dell’infanzia attraverso cui si manifestano attività motorie, cognitive e sociali. Ne si sviluppa il linguaggio, il disegno, la produttività e l’attività logico- matematica.
La prima attività affidata al bambino è il disegno attraverso il quale può manifestare il proprio mondo interiore coma anche con la poesia, il canto e con la creazione di oggetti che permettono al bambino di esprimersi con il proprio corpo.
La fanciullezza è il momento dell’interiorizzazione in cui l’educazione diventa istruzione i cui oggetti principali sono i 3 elementi di cui si articola l’unità del tutto : la persona, Dio e la natura.
Il fanciullo deve cogliere l’unità di tutto il creato di Dio come per l’insegnamento scientifico dove la funzione di mediazione tra l’esperienza sensibile e la struttura fisica e metafisica della natura viene assolta dal materiale didattico dei doni.
Il metodo di Frobel come continuità tra gioco e apprendimento è costituito dalla pedagogia dei doni che porta alla curiosità del fanciullo offrendogli dei materiali educativi strutturati con caratteristiche cognitive e metafisiche che richiedono un ordine preciso di presentazione.
I doni sono una serie di giochi presentati metodicamente al bambino con un ordine ispirato alla teoria dello sviluppo progressivo e continuo della psiche infantile.
I. Dono = palla, come simbolo dell’infinito che rappresenta unità e molteplicità. Il bambino esercita la mano, le dita, il braccio e l’occhio ma viene usato anche come sostituto di oggetti assenti con il linguaggio.
II. Dono = sfera, cubo e cilindro attraverso cui il bambino impara a riconoscere i contrasti e la loro conciliazione.
III. Dono = cubo suddiviso in 8 cubetti, serve a far acquisire il rapporto fra le parti e il tutto, ad accostarsi alle operazioni aritmetiche e ad iniziare i lavori di costruzione.
IV. Dono = un cubo diviso in 8 mattoncini
V. Dono = cubo diviso in 27 cubetti
VI. Dono = cubo diviso in 27 mattoncini divisi per altezza e larghezza.
I doni attuano una progressione nella conoscenza del reale che dall’unità e dalla semplicità passa alla molteplicità e alla complessità arricchendo le possibilità combinatorie e l’abilità manuale del bambino in attività creative.
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Dettagli appunto:
- Autore: Selma Aslaoui
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Storia delle teorie dell'infanzia
- Docente: Pironi Tiziana
- Titolo del libro: Cultura pedagogica - la storia
- Autore del libro: Avalle, Cassola, Maranzana
- Editore: Paravia
- Anno pubblicazione: 1997
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