Fascismo e teatro. Finanziamenti e regole, OND e GUF
Nel teatro italiano molta dell’organizzazione e della legislazione allora escogitata influisce sul mondo del teatro anche negli anni del dopoguerra e oltre. Gli inizi del regime sono caratterizzati da promesse di libertà creativa e da sovvenzioni statali quali incentivi verso una politica culturale che miri a normalizzare il mondo dell’intellettualità; lo scopo era quello di dimostrare che il fascismo non era incompatibile con le libertà di espressione. Si assiste alla fascistizzazione della cultura :si ha per la prima volta nelle vicende italiane una “politica della cultura” con uno stato padrone, sponsor e imprenditore. Nel ventennio fascista interventi in favore dello spettacolo vengono introdotti già nel 1921, quando lo stato italiano riconosce al teatro "La Scala" lo statuto di ente autonomo concedendo un contributo statale. Anche la prosa riceve contributi. Negli anni ‘30 ed in particolare nel biennio ‘36-‘34 le sovvenzioni sono accompagnate da una sistematizzazione attraverso norme legislative specifiche del mondo dello spettacolo. Il ‘21 è l’anno della convenzione fra la SIA ed il ministero delle finanze, quando per decreto viene istituita una tassa sugli spettacoli. Il ‘22 aprile del 1941 è emanata la legge, tuttora vigente, sul diritto d’autore. Tale legge riconosce alla SIAE in via esclusiva l’attività di intermediazione per l’esercizio dei diritti di pubblica rappresentazione. Al fine di un maggiore controllo è imposto alle compagnie l’obbligo del bordereau : libro di commercio sul quale registrare gli incassi quotidiani, vidimato dalle autorità di pubblica sicurezza, firmato dal capocomico o dal proprietario del teatro.
Strumento di controllo del teatro e dello spettacolo più in generale è rappresentato dalla corporazione dello spettacolo (1930).
Ulteriori tentativi di promuovere e organizzare la cultura sono rappresentati dai carri di Tespi ( palcoscenici mobili su carro, ispirati ai carri della commedia dell’arte, ideali per raggiungere località prive di edifici teatrali) e dall’OND( opera nazionale del dopolavoro).
GUF : gruppi universitari fascisti, erano uno dei principali strumenti di formazione del consenso.
Continua a leggere:
- Successivo: Fascismo e teatro. "Testo unico della legge di pubblica sicurezza", IDI, INDA e ETI
- Precedente: Teatro europeo nel XX secolo. Avanguardie e totalitarismi
Dettagli appunto:
-
Autore:
Laura Righi
[Visita la sua tesi: "La campagna pubblicitaria per l'audiovisivo, un'indagine sul ruolo del trailer e del marketing non convenzionale nella promozione cinematografica"]
[Visita la sua tesi: "La complessa psicologia e l'istrionismo dell'Amleto di Laurence Olivier"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Economia e gestione delle imprese di comunicazione
- Docente: Lamberto Trezzini
- Titolo del libro: Politica e Pratica dello spettacolo
- Autore del libro: L. Trezzini e P. Bignami
- Editore: Bononia university press
- Anno pubblicazione: 2004
Altri appunti correlati:
- Storia delle Relazioni Internazionali - Dal Primo Dopoguerra alla Seconda Guerra Mondiale
- Letteratura francese I (XVI-XVIII secolo)
- Politica e media nell'età contemporanea
- Storia dell’inquisizione romana
- La vita quotidiana come rappresentazione
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Pedagogia Totalitaria. Sistemi educativi e scolastici nell'Italia fascista e nella Germania nazista
- Tra ideologia e consumo - il fascismo e il cinema dei telefoni bianchi
- Il doppiaggio come traduzione linguistica e culturale: il caso Frankenstein Junior
- La libertà di stampa dal '700 al '900
- Oltre il romanzo. Alberto Moravia viaggiatore e saggista.
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.