Appunti di Estetica della Comunicazione su un saggio sul sublime attribuito a Longino, anno accademico 2011/2012.
Possiamo definire uno schema generale secondo il quale Longino prima definisce lo spunto politico entro cui si pone e poi afferma il rischio di falsa grandezza stilistica in cui si può incorrere e da qui nasce la necessità di integrare dirittura morale all'attività letteraria. Detto ciò procede con la classificazione e definizione delle 5 fonti del sublime, con l'eccezione del pathos la cui descrizione è probabilmente andata perduta. L'opera finisce con un dialogo circa la decadenza dell'oratoria con un filosofo non riconosciuto e definito.
Estetica della
Comunicazione
Appunti di Marianna Tesoriero
Università degli Studi di Messina
Facoltà di Scienze della Comunicazione
Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione
Esame di Estetica della Comunicazione
Docente: Prof. Lombardo
Anno Accademico 2011/2012PRESENTAZIONE
Il nome dell'autore e la data di composizione del saggio sul sublime non sono definibili con
precisione, tuttavia vari indici ci riportano al 1 ° secolo dopo cristo da un retore greco tale
erroneamente chiamato Cassio Longino vissuto per ò nel terzo di secolo. La tradizione ci ha ormai
abituati a chiamare tale misterioso autore pseudo Longino.
Ricostruire la struttura dell'opera risulta impresa ardua, in primis in quanto 1\3 dell'opera è andato
perduto, e poi perch è l'opera procede con passo informale di una discussione tra due amici che
neanche prevedevano di rendere pubblico il loro pensiero. Possiamo tuttavia definire uno schema
generale secondo il quale Longino prima definisce lo spunto politico entro cui si pone e poi
afferma il rischio di falsa grandezza stilistica in cui si pu ò incorrere e da qui nasce la necessit à di
integrare dirittura morale all'attivit à letteraria. Detto ci ò procede con la classificazione e
definizione delle 5 fonti del sublime, con l'eccezione del pathos la cui descrizione è probabilmente
andata perduta. L'opera finisce con un dialogo circa la decadenza dell'oratoria con un filosofo non
riconosciuto e definito.
IL PERI' HYPSOUS.
Il Per ì Hypsous è un saggio sull'altezza dello stile e sui requisiti morali ed emotivi per conseguirla
e soprattutto per apprezzarla. Quando Longino crea la sua opera il concetto di hypsous era gi à
stato trattato in precedenza dal retore siciliano Cecilio di Calatte il quale per ò, a parer di Longino,
riesce si in una catalogazione didascalica circa un risultato sublima, ma non si spinge oltre, con
un risultato finale inferiore alle sue attese. La prospettiva teorica di Longino è diversa da quelle di
Cecilio che indica come garanzia alla grandezza letteraria era nel sublime in s è , Longino d à
questa garanzia al pathos. In un periodo storico in cui la crisi della democrazia e la corruzione dei
costumi provocarono una grande crisi e degenerazione dell'eloquenza Longino vuole procurare
qualcosa di utile agli uomini, in particolar modo a quelli impegnati negli affari pubblici. Procede
così nell'illustrare le caratteristiche del sublime e i mezzi per conseguirlo.
Il forte legame con la passione radica il sublime nella natura, facendone di esso un dono
naturale, che non sarebbe compatibile con alcuna arte\techne, da qui l'apparente difficolt à di
insegnare l'eccellenza: colpiti dall'urto emotivo del sublime gli ascoltatori vivono un'esperienza di
spiazzamento che li strappa improvvisamente alle loro certezze e li avvicina ed avvince al testo.
Le accensioni emotive non impediscono per ò alla natura di procedere lungo un percorso
coerente, reso tale ed individuabile dall'arte, dalla techne. Nonostante fosse radicato nell'innato, il
sublime pu ò essere acquisito grazie ad una tecnica adeguata, qui si spiega il perch è tra le 5 fonti,
2 siano di carattere naturale innato e le rimanenti 3 pertinenti alla'arte e alla tecnica, alle prime
due mi riferisco allo slancio dei pensieri e all'intensit à delle emozioni; tra le fonti "tecniche"
ricordiamo invece le figure retoriche, la disposizione verbale e l'impianto lessicologico e frastico
del componimento.
Senza le "limitazioni" dell'arte il "genio" altro non sarebbe che momento di improvvisazione e
spontaneismo, ci ò che Longino propone è un perfetto equilibrio tra arte e natura, nessuna deve
escludere l'altra. Tale impresa risulta ardua tant' è che molti cadono non riuscendo a non
contraffare il sublime avendo risultati di falsa magneloquenza, eloquenza e patetici eccessi della
falsa ispirazione. Longino vuole appunto indicarci come talento e metodo possano cospirare
insieme a quell'effetto estetico speciale che si genera dall'irripetibile occasione di un atto creativo
rigenerato dall'atto ricettivo. Ci ò che sostiene Longino ai fini del sublime è una vibrazione di
emozione e linguaggio, di pathos e di logos, il primo diventa cos ì la più sicura garanzia di
grandezza letteraria. Collegandosi all'arditezza dei pensieri il sublime diventa cos ì categoria
formale e categoria morale: il sublime è l'eco della grandezza della mente, quell'accordatura etica
ed estetica che lascia risonare la MAGNITUDO ANIMI dello scrittore.
LA CONTRAFFAZIONE.
L'attitudine a riconoscere la contraffazione del sublime presuppone un assiduo e meditato
confronto studio e saggia critica dei testi, la conoscenza della storia letteraria non pu ò da sola
garantire tuttavia una piena valutazione del sublime se non è sostenuta da un nobile impegno
etico. L'attivit à critica di cui si parla deve essere una manifestazione dell'intelligenza pratica
preposta all'integrazione degli strumenti utili a tali fini: la medesima saggezza che nella vita
comune consente all'uomo avveduto di distinguere le false lusinghe, nella vita intellettuale deve