La virtù leggera

La moltiplicazione tra esterno e interno, tra ciò che appare e ciò che si cela è una delle prime qualità dell'ironia e si rende esplicita nelle stratificazioni di realtà che propone: esse possono contraddirsi o accostarsi pur nella loro diversità, senza la pretesa di assurgere a spiegazione unica.
L'ironia ridà spazio alla pluralità, rendendo consapevoli degli irriducibili piani in cui si esprime il reale. Si pone, più che come spiegazione, come interrogazione che non si affretta ad attribuire senso alle cose, ma alle stesse chiede il senso. L’ironia chiede, ha bisogno del confronto e dell'incontro, così il dialogo ne è il presupposto. L'ironia può diventare intesa, complicità, superamento del conflitto, percorso amichevole e approdo a una più profonda comprensione.
Aiuta, nello scambio, a moltiplicare i significati delle parole, a tentare l'espressione dell'indicibile.
L’ironia può mostrarsi conoscenza solidale e vicina alla realtà e alle persone, senza pretendere di risolvere o ridurre l'ambiguità con cui ciò che è reale sempre si propone, diviene essa stessa virtù di ambiguità se lascia spazio alla propria e altrui interpretazione, esprime l'inevitabile ambivalenza che consente i soggetti di vivere nella complessità, senza ridurne lo spessore. È dunque esercizio di leggerezza, sembra un pensiero che non ha il peso di sé e non lo impone, lascia aperti gli spazi all'evento e alla possibilità. Consente le contraddizioni, le incertezze del vivere, educa a conoscere e a essere tolleranti verso le proprie e altrui difficoltà, a mitigare anche le sofferenze. Molti riconoscono alle donne questo dono, una forma di trasgressione secolare di chi è stata esclusa e non sovverte con la sua voce tenue l'ordine di chi la tiene lontana o nascosta. Nel tempo l'ironia è divenuta linguaggio femminile, letterario e riflessivo; ora le donne sembrano un po' più lontane dai pericoli che si corrono usando l'ironia che “ è il dono più pericoloso che la sorte possa fare a una signora”.