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Flussi migratori a partire dalla fine del ventesimo secolo


Alla fine del XX secolo il mondo fu scosso profondamente da un fenomeno inatteso e imponente. I flussi migratori da Sud a Nord e da Est a Ovest comportarono lo spostamento di masse enormi di popolazioni. Con i loro sogni e bisogni. Soprattutto con le loro culture.
All’inizio, e per migliaia di anni, la cultura si è ancorata a un territorio. Pur essendo in continua evoluzione, essa presentava confini sufficientemente netti.
Dopo le ultime tragiche guerre mondiali, la specie umana ha riconosciuto la necessità d’istituire un organismo sovranazionale (l’Onu) con lo scopo di governare i contrasti e i conflitti fra le diverse comunità, per porre rimedio a forme d’ingiustizia e iniquità e per migliorare le condizioni di vita della nostra specie. Con l’Onu si è mantenuto uno stato di equilibrio precario per l’umanità. Si sono evitate altre guerre catastrofiche, ma non siamo riusciti a risolvere altri gravi squilibri, a cominciare dalla fame e dalla sete. Le risorse continuano a essere distribuite in modo iniquo.
Da questa situazione hanno preso avvio le recenti migrazioni, che stanno modificando profondamente l’assetto degli equilibri internazionali. Pur in presenza ditale fenomeno, molto spesso sottovalutato, la maggioranza degli esseri umani ha continuato ad avere una mente monoculturale. Per gli esseri umani del XXI secolo occorre pensare a soggetti che abbiano a loro disposizione una mente multiculturale. ossia, una mente che sappia pensare, sentire, credere e comportarsi differentemente nelle diverse situazioni culturali.

Tratto da LA MENTE MULTICULTURALE di Anna Bosetti
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