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Un nuovo paesaggio mentale causato dalla guerra


Oltre che una minaccia per la vita, i rombi delle moderne artiglierie configurano un autentico assalto all’equilibrio sensoriale.
Predominio dell’elemento sonoro e intensità lacerante degli stimoli sensoriali sembrano essere alla base di un altro fenomeno tipico dell’ambiente di guerra: la dissociazione e scomposizione degli eventi percettivi. L’aspetto più semplice di tale fenomeno è dato dalla separazione dell’esperienza visiva da quella uditiva nel corso dei bombardamenti. Dopo aver ricordato che il colpo di cannone impiega un certo tempo per raggiungere le orecchie, «ne consegue che esiste sempre una dissociazione dei due fenomeni, l’acustico e il luminoso, presentati dal cannone, tra il momento cioè nel quale lo si vede sparare e quello nel quale lo si ode».
Quel che si presenta è dunque una scomposizione del rapporto tra i due piani percettivi: due mondi che sembrano convivere, senza però scaturire da un’unica realtà.
Cinema - Anche nella memoria le immagini visive (specie quelle dei combattimenti) si presentano talvolta separate da quelle sonore, come in un film muto, quasi che il predominio dell’elemento sonoro, il suo carattere pervasivo, assordante e ossessivo, si rovesciassero a posteriori in una specie di anestesia acustica.
Bagliori - Anche sui piano visivo, l’uso dei moderni mezzi di amplificazione, la produzione di luce artificiale e la potenza degli esplosivi ridisegnano il paesaggio, propongono allo sguardo spettacoli mai visti, trasformano la natura violandone limiti e ritmi. Razzi illuminanti e riflettori sono i protagonisti di questa metamorfosi, che altera all’improvviso la naturale alternanza di giorno e notte, luce e buio.

Tratto da L'OFFICINA DELLA GUERRA di Anna Bosetti
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