Skip to content

Tra etica e politica


L’uomo viene al mondo perché qualcuno ve lo ha messo, vive perché qualcuno lo accoglie. Si trova fin dall’inizio in una rete di relazioni. L’etica corrisponde al modo in cui gli uomini abitano la terra e per questo ha a che fare con l’abitare e in senso stretto con l’esistere.
La parola greca éthos, infatti, oltre a significare costume, vuol dire anche soggiorno, sede, dimora. La morale, in quanto abitudine, coincide con “quel che è in uso”. Èthos infatti deriva dalla radice sanscrita svadha, da cui il verbo étho che vuol dire “sono abituato”. Benviste fa derivare il termine "etica" della radice swe, da cui il sanscrito sva che indica l’appartenenza e da cui derivano il latino suus, il greco swos. Dalla medesima radice discendono poi, in slavo, baltico germanico molti termini di parentela che designano non tanto i legami diretti, ma quelli incrociati.
I termini formati da swe indicano relazioni che, per quanto familiari, sono di clan, allargate, e rappresentano già ampiamente il legame sociale. La nascita si colloca all’incrocio di una rete di legami, ed è perciò un fatto comunitario e sociale.
L’etica coincide dunque con l’appartenere e insieme con il sentirsi parte.
L’appartenersi emerge sullo sfondo dell’appartenere alla famiglia, al clan, alla comunità; ma si determina insieme come rivendicazione della propria autonomia.
L’etica è insieme sovraindividuale e personale, e un singolo individuo non può mai essere fondatore di morale. L’etica si configura, perciò, come insieme di riti, tradizioni, abitudini, è qualcosa che riguarda la comunità che senza di essa non esisterebbe. Quando l’uomo impara a parlare non inventa una lingua, nessuno lo capirebbe, né lui capirebbe se stesso; al contrario entra in un discorso già in atto. L’etica coincide sempre con forme determinate di vita e per questo apprendere a vivere equivale a vivere secondo le regole di una comunità.
La morale, in quanto modalità dell’appartenere può essere descritta come “conformità alle regole”, e le regole sono date per aiutare gli uomini a condursi nella vita, non reprime gli individui, li orienta. Ogni uomo prende consapevolezza di sé nel contesto in cui si trova, da qui una tensione costante tra il singolo e la comunità. La scoperta di sé, la consapevolezza dell’autonomia dei singoli è emersa storicamente entro le comunità attraverso una progressiva differenziazione delle funzioni sociali: sacerdoti, guerrieri, contadini.
Per quanto riguarda l’Occidente, l’individuo nella sua singolarità, è emerso con il cristianesimo e con la modernità. La morale ha cominciato a configurarsi come qualcosa che riguarda gli individui, come qualcosa che ha a che fare con l’appartenere a…, ma anche con l’appartenersi.
Nell’appartenere a se stessi gli individui rivendicano la loro autonomia, la morale si muta in questione personale e riguarda propriamente la formazione di sé, l’educazione del carattere. L’uomo per appartenersi deve padroneggiarsi, conoscersi nelle sue qualità e nelle sue debolezze, deve sapere quel che è. Se l’individuo non è capace di questo sarà facile vittima del potere degli altri.

Tratto da GUIDA ALLA FORMAZIONE DEL CARATTERE di Anna Bosetti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.