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La vita come compito continuo


Nella concezione non stadiale dell’esistenza l’esperienza individuale si presenta come un tragitto, dove il passato non è la fonte esclusiva per il presente o necessariamente lo determina, dove il futuro non è soltanto il risultato di una volontà o di una pre-organizzazione genetica, psicologica, culturale, ma uno spazio di possibilità ancora aperto.
Da questo punto di vista lo svolgersi ordinato della vita non è prevedibile deterministicamente: ogni stato mentale o psicosociale è dunque storicamente differente da ciò che potrebbe accadere dopo e da ciò che è accaduto prima.
Per una progettualità educativa, organizzare l’osservazione dell’evolversi della vita attraverso una concezione stadiale significa ridursi a gamma di consigli utili per assecondare programmi di vita già orientati, per favorire il passaggio da uno stadio all’altro.
Diversamente, una concezione che si basa sugli stati più che sugli stadi, cioè su un’evoluzione non predeterminata, comporta una nuova prospettiva, cioè individuare l’occasione educativa anche quando non è prevista, anche quando parrebbe non essere presente.

Tratto da EDUCAZIONE DEGLI ADULTI di Anna Bosetti
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