Unioni non procrative

Le unioni omosessuali non sono, per definizione, procreative. In questo paragrafo intendiamo esplorare altre soluzioni matrimoniali e domestiche, o se si vuole ‘famiglie’, in cui pur realizzandosi un vincolo matrimoniale eterosessuale è assente l’aspetto procreativo. Si tratta di soluzioni in cui la procreazione è resa impossibile non dall’identità del sesso, ma dall’età: di entrambi i coniugi o di almeno uno di essi. Tra i Chukchi della Siberia nord-orientale non erano infrequenti le unioni matrimoniali tra bambini, anche molto piccoli. Protagonisti di questi matrimoni evidentemente combinati erano le rispettive famiglie, che in tal modo allacciavano o confermavano rapporti di alleanza e di amicizia.
La maggior parte dei matrimoni vengono conclusi a un’età molto tenera, talvolta quando sposa e sposo sono ancora nella prima infanzia. Una volta che il rito del matrimonio sia stato compiuto, i due bambini crescono giocando insieme. I legami che si sviluppano tra di loro divengono molto forti, spesso più forti persino della morte.
I Chukchi ci presentano un’altra situazione, quella del matrimonio in cui uno dei coniugi è adulto e l’altro bambino. Remotti riferisce due casi: quello di una donna di vent’anni con un marito di cinque e quello di una donna matura sposata a un bambino di due anni. Nel primo caso, la moglie del bambino si comporta come la sua nutrice: gli dà da mangiare e lo mette a letto. Nel secondo caso la donna allatta al seno sia il figlio ottenuto da un compagno sia suo marito. È un forte attaccamento che non passa attraverso il sesso, ma piuttosto attraverso il nutrimento.
In una società dove l’instabilità matrimoniale è altissima, anche questi matrimoni tra persone di età sproporzionate costituiscono un modo per stabilizzare un rapporto affettivo profondo.