Skip to content

Relativismo e universalismo: Descartes e Montaigne


Remotti in questo testo parte da una contrapposizione tra relativismo e universalismo.
La posizione universalista è anche quella della Chiesa.
Remotti fa risalire a Descartes la posizione universalista e a Pascal e Montaigne la posizione relativista.
Prospettiva universalista di Descartes, Benedetto XVI: esistenza di una natura umana stabile e permanente. Descartes diceva che nel mondo osserviamo vari costumi, tuttavia sotto la diversità dei costumi, la natura umana è sempre la stessa. Per comprendere la natura umana, secondo Descartes, bisogna fare astrazione dai costumi. La natura umana è come la roccia che sta sotto a ciò che affiora in superficie.
Prospettiva relativista di Montaigne, Pascal: la natura umana coincide con i costumi (mutevoli, fluttuanti, contraddittori). Ritenevano che anche la natura umana fosse un insieme di costumi e fosse condizionata dalla cultura. Non esiste nessuna roccia. Pascal dice che per conoscere la natura umana è necessario immergersi nei costumi, che sono la nostra seconda natura.
Pascal sosteneva che per quanto riguarda lo studio dell’uomo, non si può cercare in esso «né sicurezza, né stabilità». Pascal presenta una visione opposta a quella di Descartes, per il quale dopo il viaggio tra i costumi si può raggiungere la natura umana, lo strato della «roccia» sotto la sabbia, il luogo della «sicurezza» e della stabilità.
Per Pascal non c’è la natura umana, intesa come roccia da Descartes, una roccia su cui costruire in modo stabile e sicuro. Il costume è una seconda natura... Il costume è la nostra natura. In questa faccenda della natura umana Benedetto XVI sta senza dubbio dalla parte di Descartes.
La prospettiva di Pascal fa assurgere l’incertezza a una condizione ‘naturale’ dell’uomo: ‘per natura’ gli esseri umani brancolano nel buio, perché non dispongono di una natura umana stabile, certa, permanente. La prospettiva di Descartes spiega invece il brancolamento nel buio come causato da ignoranza, da superstizione, dal prevalere dei costumi sull’uso della ragione.
La prospettiva di Descartes compie infatti una separazione nell’umanità: da una parte gli illuminati, coloro che affermano di aver finalmente scoperto la natura umana, dall’altra coloro che ancora brancolano nel buio e che inevitabilmente hanno bisogno dell’aiuto dei primi. Gli illuminati possono vantare la loro superiorità a cospetto dell’ignoranza dei non illuminati.
La prospettiva di Pascal riconosce invece nell’incertezza e nel brancolamento la condizione generale dell’umanità. Non vi è la verità di alcuni e l’ignoranza degli altri, la superiorità dei primi e l’inferiorità dei secondi. Secondo la prospettiva di Pascal ciò che emerge è un atteggiamento di comunicazione, di reciproco interesse, rispetto e comprensione. La prospettiva di Descartes impone invece una netta separazione tra forme di umanità diverse e opposte, secondo uno schema gerarchico.
La via di Pascal ci fa capire quanto sia importante studiare nelle culture umane non la ‘certezza’; non la ‘stabilità’, ma i processi di ‘stabilizzazione’.
Quello che i gruppi umani tendono a fare, di fronte alla variabilità dei costumi, è mettere in atto delle stabilizzazioni, cioè cercare di fissare la variabilità delle pratiche e delle idee attraverso un modello, che può essere:
1.Relativo: si ricorre alla natura, ma senza trasformare i propri costumi in modello universale -> c’è riconoscimento delle diversità. (es. totemismo: istituzione, diffusa in parti del mondo lontane, che prevede l’identificazione di gruppi umani con delle specie naturali)
2.Assoluto: monismo (riduzione della molteplicità) -> si prende come punto di riferimento il proprio gruppo, insistendo sulla disparità noi/altri. È la stabilizzazione che domina il modo occidentale. Ad esempio:
a.Stabilizzazioni naturalistiche (Descartes, Kant): ritengono che l’ordine naturale porti stabilità, autorizzi specifiche forme di vita e chiunque non si adegui a queste forme di vita, viene considerato parte di categorie di umanità inferiore: “senza, fuori, contro natura”.
b.Stabilizzazioni storicistiche (Hegel, Marx): la legittimazione della propria forma di vita risiede nella supposizione che vi sia una storia universale di cui l’Europa rappresenta l’apice; chi non si conforma al modello di vita occidentale è considerato “senza storia”.

Tratto da CONTRO NATURA (UNA LETTERA AL PAPA) di Anna Bosetti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.