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Necessità di reinterpretare l'asilo nido


L’asilo nido è nato e si è da sempre occupato di bambini piccoli, di assistenza prima, accudimento poi, educazione dopo ancora, ma sempre e comunque di primissima infanzia. In anni recenti, accanto alla funzione educativa per i bambini, al nido si riconosce una “funzione sociale”, di sostegno alla genitorialità, di supporto alla famiglia. L’ingresso della famiglia al nido può essere visto come una svolta lenta e graduale nella storia del servizio, dovuta alle nuove domande e ai nuovi bisogni delle famiglie.

In tanta letteratura sugli asili nidi si parla della necessaria continuità che deve esistere tra l’agenzia educativa, nido o scuola, e il contesto di vita familiare. In particolare nell’asilo nido si pone particolare attenzione al tema della continuità con la famiglia.
Se le famiglie sono tutte diverse l’una dall’altra come può il nido porsi in continuità con ciascuna di esse? Questo è il primo problema pratico che si pone agli educatori di asilo nido.
Anche i genitori, quando il nido ha chiarito che rispetto del bambino vuoi dire continuità con le abitudini familiari, pongono richieste in questa direzione.
Rispetto del bambino e continuità con le abitudini familiari vanno inevitabilmente coniugate nel contesto. Il contesto di asilo nido non è quello di casa, solo con il riconoscimento della propria specificità è possibile aprirsi alla specificità dell’altro, sia esso bambino, genitore, famiglia.
L’asilo nido, ponendosi come luogo altro e differente, offre al bambino la grande opportunità di cercarsi creativamente le proprie soluzioni in quello specifico contesto; è questo che porta al cambiamento, un cambiamento che se strettamente connesso con il riconoscimento e rispetto delle modalità di quel bambino quasi sempre coincide con crescita e sviluppo.

La transizione alla genitorialità — in quanto transeo — appare come una co-evoluzione, un gioco flessibile e creativo, ma anche ridondante ed opportunistico.
Nella ridondanza i sistemi trovano la possibilità di agire e retroagire, in modo creativo ai cambiamenti delle regole ambientali, ma poiché il cambiamento di regole è la norma in un processo contingente e discontinuo di trasformazione, è nella flessibilità che il sistema trova le possibilità di sopravvivenza.
L’intervento educativo con i genitori non è un servizio o una consulenza, non fornisce una prestazione, diagnosi o supporti, ma un’attività processuale che si svolge con la famiglia in situazione, tesa ad innescare cambiamenti co-evolutivi, non adattamenti unilaterali (il genitore si adatta al figlio, il bambino al nido, il nido alla famiglia).

Tratto da BRICOLAGE EDUCATIVI di Anna Bosetti
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