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L’adolescente e il pensiero: il mondo del possibile


Tra i compiti evolutivi che spettano all’adolescente vi è quello di acquisire e mettere a frutto competenze mentali che gli permettano di sviluppare una nuova consapevolezza cognitiva ed emotiva di sé, del mondo fisico e dell’universo sociale in cui vive.
Il contributo a tutt’oggi più consistente riguardo le caratteristiche del pensiero dell’adolescente proviene da Jean Piaget, il quale ha proposto quello che è tuttora il modello più completo dello sviluppo cognitivo dall’infanzia all’adolescenza, anche se da ormai parecchi anni la teoria piagetiana è stata sottoposta a diverse critiche.

Cenni sullo sviluppo del  pensiero prima dell’ingresso in adolescenza
È nello stadio operatorio concreto, che va dai sette-otto anni circa alla preadolescenza, che le capacità mentali del bambino cominciano ad assumere alcuni tratti che caratterizzeranno il pensiero operatorio formale dell’adolescente. Il pensiero operatorio è infatti il risultato di sistemi di operazioni mentali in relazione stabile fra loro ed è caratterizzato dalla presenza della reversibilità: il bambino è ora in grado di compiere un’azione e di rappresentarsi mentalmente l’inverso della stessa, per tornare al punto di partenza.

Tratto da ADOLESCENZA E COMPITI DI SVILUPPO di Anna Bosetti
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