Disturbi Bipolari
I disturbi bipolari vengono messi da parte nel DSM-V perché rappresentano un ponte tra disturbi depressivi e psicotici.
Non per forza l’episodio depressivo nel bipolare tipo I dev’essere presente perché ci dev’essere almeno un episodio maniacale, poi è vero che è più frequente trovare episodi di alternanza tra quello maniacale e depressivo.
Anche il bipolare di tipo II è invalidante, a differenza del tipo I, nel tipo II gli episodi depressivi ci sono, in più sono frequenti e ricorrenti, ecco perché sono così invalidanti. Si alternano a episodi ipomaniacali.
È sufficiente aver avuto un episodio maniacale per avere diagnosi di disturbo bipolare, quindi è necessario, quello depressivo non lo è però se c’è può essere successivo o precedente a questo, stessa cosa per il tipo II, unica differenza è che invece è necessario.
L’episodio misto è diventato un indice di specificità relativo un tipo di disturbo, non lo è più come in sé. L’insorgenza di episodio maniacale e depressivo maggiore non dev’essere spiegato con altro disturbo. Vedi criteri DSM Bipolare I.
Fondamentale l’episodio maniacale che fondamentalmente non cambia rispetto il DSM-IV TR, ciò che è differente è il fatto che l’episodio maniacale non dev’essere solo esclusivamente caratterizzato da umore espansivo, elevato o irritabile, ma anche da aumentata attività verso un obiettivo (elemento comportamentale). Se il soggetto non riferisce elementi riguardo l’umore può riferire quelli comportamentali come nel caso precedente. Dev’esserci per più di una settimana.
È rimasta la soglia dei 3 elementi tra i 7, durante l’episodio maniacale, qualora l’umore non sia così elevato verso la grandiosità ma solo irritabile, si necessita di 4 elementi.
Rappresentano un cambiamento che si nota dal comportamento inusuale del soggetto, si deve distinguere.
Diminuito bisogno di sonno (il soggetto è riposato dopo poche ore di sonno), elevata loquacità con pressione a parlare, fuga di idee (esperienza soggettiva durante la quale i pensieri si succedano l’uno dopo l’atro), distaibilità, aumento dell’attività verso obiettivi sia in ambito sociale, scolastico, sessuale, o agitazione psicomotria fine a se stessa, senza obiettivi; eccessivo coinvolgimento in attività rischiose (gioco d’azzardo, attività sessuale, investimenti economici ecc).
L’episodio maniacale deve causare compromissione in vari ambiti del funzionamento, oppure se il soggetto presenta una situazione grave, necessita l’ospedalizzazione (se il soggetto è pericoloso per sé o per gli altri
o se ci sono sintomi psicotici). Ovviamente l’episodio non dev’essere dovuto all’assunzione di sostanze o alla presenza di malattie → altro elemento di novità rispetto il DSM-IV TR.
Gli antidepressivi possono slatentizzare (palesare ciò che è latente) un disturbo maniacale → si può fare diagnosi solo nel caso in cui i sintomi siano persistenti dopo l’eventuale dismissione del farmaco, quando il suo effetto è cessato. Si lascia un’apertura, mentre prima nel DSM-IV non c’era questa specifica. Se l’eziologia è direttamente dipendente dal farmaco è da evidenziare, ma se i due eventi sono slegati, si prende l’altra direzione.
Per effettuare diagnosi di Bipolare di tipo II i soggetti devono soddisfare la presenza di criteri che vanno in direzione di ipomaniacalità ed almeno un episodio depressivo maggiore. La cosa importante è che in
anamnesi non ci dev’essere stato nessun episodio di tipo maniacale, altrimenti siamo di fronte ad un tipo I. Anche qui escludere la presenza di disturbi mentali che spieghino la presenza dei sintomi. Questi pazienti spesso si presentano durante l’episodio depressivo, quindi in anamnesi si deve valutare sempre la presenza di episodio ipomanicale (spesso questo non porta compromissione, il paziente ‘sta bene’ in questa fase quindi di fronte a sintomatologia depressiva bisogna escludere la presenza di episodi maniacali o ipomaniacali). Il confine tra ‘normalità’ ed ipomaniacalità è molto sottile, soprattutto quando il temperamento è di base elevato. Spesso è difficile la differenziazione anche con la ciclotimia.
Il bipolare II rispetto quello che si potrebbe pensare è che sia di minore severità, in realtà non lo è, l’episodio ipomaniacale non è invalidante, ma il disturbo in sé non lo è.
Si fa diagnosi di disturbo bipolare di tipo II non specificato → se alcuni criteri quali per esempio quello temporale non è soddisfatto, cioè l’episodio si discosta leggermente (alla base c’è sempre una variazione del comportamento).
Questa categoria si applica alle presentazioni in cui i sintomi caratteristici di un disturbo bipolare e correlati che causano disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti del funzionamento predominante, ma non soddisfano i criteri per uno qualsiasi dei disordini in bipolare e disturbi legati classe diagnostica. Il bipolare non specificato e relativo categoria disordine è utilizzato in situazioni in cui il medico sceglie di non specificare la ragione che i criteri non sono soddisfatti per un disturbo bipolare e relativi specifica, e comprende presentazioni in cui vi sono informazioni sufficienti per fare una diagnosi più specifica (ad esempio, nelle impostazioni di pronto soccorso)
Anche qui il discorso degli antidepressivi è il medesimo.
Ci dev’essere cautela nel senso che alcuni sintomi che sono attribuibili all’uso di antidepressivi non sono sufficienti per diagnosi di disturbo bipolare e non sono utili neanche per una diatesi bipolare.
La diagnosi di bipolarismo di tipo II richiede almeno un episodio depressivo maggiore, il più delle volte sono più episodi.
Non ci sono grandi cambiamenti relativamente i 9 criteri del depressivo maggiore, anche il criterio che i sintomi devono creare distress significativo è rimasto ed in più non devono essere sintomi attribuibili ad altro disturbo o condizione medica.
La ciclicità può essere varia, non ci si deve fermare alle caratteristiche dell’alternanza, possiamo avere prima un ciclo verso la polarità alta, poi bassa, poi eutimia ecc., la presentazione è varia.
Per una diagnosi di disturbo bipolare, è necessario soddisfare i seguenti criteri per un episodio maniacale. L'episodio maniacale può essere stato preceduto da e può essere seguito da episodi ipomaniacali o episodi di depressione maggiore.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Veronica Rossi
[Visita la sua tesi: "Isterectomia, ovariectomia e mastectomia: conseguenze psicologiche, sessuali, sociali e strategie d'intervento"]
[Visita la sua tesi: "La discriminazione linguistica nelle relazioni intergruppi"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Psicopatologia differenziale
- Docente: Chiara Rafanelli
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