Skip to content

L’intervento psicoeducativo integrato in psichiatria


L’approccio di Fallon e coll. consiste in un mix di terapia farmacologica, programma educazionale familiare con partecipazione dei pazienti e terapia familiare cognitivo-comportamentale.
Fallon adotta quale modello esplicativo della patogenesi dei disturbi mentali la teoria stress-vulnerabilità, sia perché più congruente con l’attuale stato delle conoscenze sia perché più operativamente utile. La vulnerabilità va intesa come una predisposizione congenita, in parte ereditaria e in parte acquisita, probabilmente associata ad anomalie del metabolismo di alcuni neurotrasmettitori; tale predisposizione interagisce con fattori psicologici quali la personalità intesa come capacità di risposte cognitive individuali ad un evento biologico o sociale acquisita sulla base delle esperienze pregresse.

Il ruolo dello stress
Tale interazione determina una specifica soglia di vulnerabilità di base, che se superata in seguito ad eventi stressanti, dà origine all’episodio psicopatologico. Sono identificabili due tipologie di stress: lo stress quotidiano e quello legato ad eventi improvvisi.
Lo stress quotidiano è quello collegato agli abituali eventi di vita familiare, sociale e lavorativa. Mentre lo stress collegato all’ambiente familiare è stato ampiamente valutato con indici quali l’EE e il carico familiare, lo stress collegato alle relazioni sociali e al lavoro è stato meno indagato pur essendo altrettanto importante nella patogenesi del disturbo psichico.
Lo stress legato ad eventi acuti ed improvvisi, i cosiddetti eventi di vita (life events) è stato associato all’insorgere di vari disturbi psichiatrici, quali la depressione, la schizofrenia, la mania,  e i disturbi di ansia. Anche in questo caso paiono importanti le capacità di coping del soggetto determinate da specifiche attitudini psichiche quali le modalità personali e interpersonali di attribuzione di significato agli eventi e la percezione della propria capacità di far fronte alle conseguenze. Scopo ed effetto del trattamento sarà quello di innalzare tale soglia di vulnerabilità e/o di diminuire lo stress alla situazione esistenziale del paziente.
L’effetto aspecifico dei neurolettici sui sintomi psicotici sarebbe una risultante dell’azione di tali farmaci sullo stress; analoga azione avrebbe il ricovero, attraverso l’allontanamento dall’ambiente familiare stressante, viceversa, l’alto tasso di ricadute associato alle pratiche riabilitative potrebbe essere messo in relazione ad una stressante sovra stimolazione del paziente.
E’ stato ipotizzato che il paziente schizofrenico sia sensibile alle situazioni che comportano una iperstimolazione sensoriale, cognitiva ed affettiva, e a quelle caratterizzate da una ipostimolazione.
Si delineerebbe così una sorta di “finestra stimolo” per cui l’iperstimolazione innescherebbe lo scompenso acuto con la comparsa dei sintomi positivi mentre l’ipostimolazione indurrebbe lo sviluppo dei sintomi negativi.
L’intervento di Fallon ipotizza che la tensione intrafamiliare associata agli eventi stressanti dia origine ad una comunicazione inappropriata, ad una soluzione di problemi inefficace e ad un aumento di rischio di ricadute.

Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.