Il modello integrato di trattamento delle patologie gravi
Il modello integrato di trattamento delle patologie gravi nasce da una ricerca condotta dal Prof. Zapparoli, iniziata alla fine degli anni ’60 e modificatasi nel tempo, venendosi così a costituire come modello operativo.
La realtà psicotica indica quella variegata e complessa sintomatologia che Jasper nel 1913 definiva come “incomprensibile e inderivabile” e Freud definiva come inaffrontabile, essendo per definizione gli psicotici incapaci di stabilire una relazione transferale.
La terapia delle psicosi ha così dovuto a lungo scontrarsi non solo con le reali difficoltà legate alla malattia, ma anche con questi pregiudizi che hanno a lungo pesato come macigni.
Il modello integrato di trattamento della psicosi nasce da una base teorica precisa: la malattia mentale è generata e mantenuta da fattori biologici, psicologici e ambientali. E’ necessario operare su tutti i 3 fronti, utilizzando strumenti che nascono da varie impostazioni metodologiche.
Il modello integrato di trattamento riconosce ed accetta che ci si possa trovare di fronte a situazioni deficitarie tali da rendere impossibile una trasformazione emancipativa. Riconoscere questi limiti vuol dire impedire l’inverso di quella perversa situazione di onnipotenza terapeutica che nasce dall’inconscio vissuto di impotenza del terapeuta che va ad allearsi con l’onnipotente resistenza al cambiamento da parte dello psicotico. L’accettazione dei limiti comporta una ricerca e un’applicazione continua di tutte le metodologie che riescono a contenere e modificare la patologia del paziente, evitando quel processo continuo di terapie sempre nuove e diverse, ma comunque fallimentari che portano alla “nuova cronicità”.
La costituzione dell’equipe solleva molte resistenze da parte dei terapeuti. Queste nascono dalla messa in crisi del ruolo solitario ed onnipotente del terapeuta, dalla necessità di dividere e condividere, senza ambivalenza o invidia, il peso e la responsabilità della gestione dello psicotico, necessità di accettare una pari dignità pur nella specificità delle diverse competenze.
La psicosi non deve essere considerata come qualcosa da eliminare a tutti i costi, ma come una modalità espressiva, non facilmente decifrabile, dei bisogni fondamentali del paziente.
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Dettagli appunto:
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Psicologia
- Titolo del libro: Terapia ragionata della schizofrenia
- Autore del libro: Cantelmi T, De Santis A, Scione G
- Editore: Scione Ed.
- Anno pubblicazione: 1998
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