I percorsi riabilitativi e il corretto uso delle strutture intermedie nella cura alla schizofrenia
L’approccio riabilitativo risente della fase sperimentale in cui si trova e della parziale mancanza di una teoria che lo sostenga. Quando si parla di riabilitazione di pensa quasi esclusivamente ai suoi luoghi, le strutture intermedie nate sull’onda delle leggi e dei regolamenti regionali, deputate al fare riabilitazione e cioè i Centri Diurni e le Comunità Terapeutiche.
I Centri Diurni offrono un laboratorio sperimentale di osservazione e studio della malattia mentale, oltre che uno strumento per il loro trattamento e la valutazione degli esiti a lungo termine (studi di follow up). Il Centro Diurno è uno spazio mentale dove poter fornire una “protesi” al vuoto psicotico, dove iniziare una relazione terapeutica efficace, sicura, solida che possa permettere allo psicotico, nascosto nei suoi segreti, di uscire dalle sue rigide difese, dalla minaccia di invasione dell’Io, dalla realtà esterna vissuta come catastrofica.
Oltre essere una struttura, con una equipe fissa e stabile, proprio per evitare che lo spazio determini un semplice “stare” dei pazienti, esso va concepito con le funzioni riabilitative proprie, intrinseche come quelle dell’abitare, delle relazioni interpersonali, della gruppalità.
Percorso: non solo inteso come tappe di un processo terapeutico del paziente, ma come idea di collegamento tra 2 punti, uno di partenza e uno di arrivo.
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Dettagli appunto:
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Psicologia
- Titolo del libro: Terapia ragionata della schizofrenia
- Autore del libro: Cantelmi T, De Santis A, Scione G
- Editore: Scione Ed.
- Anno pubblicazione: 1998
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