Priming semantico
Priming semantico: si differenzia dal concettuale perché la relazione tra prime e target è solo di natura semantica (percettivamente è diverso ma concettualmente legati dal punto di vista semantico). I neuroni che codificano per un concetto hanno connessioni più forti con i neuroni che codificano per concetti semanticamente relati. Il neurone che codifica per "dottore! avrà una connessione molto forte con il neurone che codifica per "dentista", ma non ad esempio con il neurone che codifica per "macchina". In un esperimento vengono presentati stimoli in rapida successione e viene chiesto di svolgere su di essi un compito. Vi è una differenza nell'attivazione corticale tra parole che hanno una correlazione semantica (capanno e granaio) e che non ce l'hanno (pesce e libro) --> nelle parole con correlazione semantica si attiva la corteccia temporale anteriore, che è molto importante per gli aspetti semantici, sia concettuali sia linguistici.
In tutti e tre i tipi di priming si osserva lo stesso meccanismo, ovvero la soppressione della ripetizione, ciò che cambia è la base anatomica --> priming percettivo: aree sensoriali/concettuale: corteccia prefrontale inferiore sinsitra/semantico: area temporale inferiore.
Questo effetto di soppressione, in un compito di ripetizione, è sempre presente a livello neurale? Quando si fa lo stesso compito con stimoli non familiari, ciò che si verifica non è una soppressione ma un aumento dell'attività. Si facevano vedere volti noti (es Marilyn Monroe) e non noti (presi casualmente) e poi venivano ripresentati --> si è osservato che nel caso del volto familiare la seconda volta che viene presentato (priming) si ha la soppressione, ma con il volto non familiare si ha il contrario, cioè la risposta emodinamica non è ridotta ma aumentata. Soppressione della ripetizione --> la rappresentazione viene sfoltita di tutto ciò che non serve per la sua elaborazione. Incremento della ripetizione --> Creazione di una nuova rappresentazione. L'ipotesi più plausibile sulla soppressione è lo sharpening, in cui ciò che cambia è proprio il numero di neuroni che rispondono la seconda volta. Altre 2 ipotesi: 1) se si attivano dei neuroni dopo un po' di tempo si ha una assuefazione (affaticamento della risposta neurale) 2) vi è una maggiore velocità di elaborazione, cioè la seconda volta la strada è spianata e l'elaborazione è più veloce. Sono comunque tutte ipotesi in alternanza tra loro (facilitazione della risposta neurale).
Memoria procedurale: si basa sulla ripetizione, cioè sulla pratica ripetuta. Riguarda abilità motorie e concettuali. Esempi: guidare la macchina, andare in bicicletta, suonare uno strumento, ma anche, in termini cognitivi, imparare le tabelline o leggere (questo è evidente nell'imparare una nuova lingua, in cui si usa la memoria dichiarativa, però si impara veramente una lingua quando l'apprendimento non é esplicito ma implicito). Gli amnesici sono compromessi nella memoria dichiarativa ma non procedurale (ad es H.M.), quelli con il morbo di Parkinson sono compromessi nella memoria procedurale (in essa sono coinvolti i gangli della base), ma non dichiarativa. Un compito che viene compromesso da una lesione ai gangli della base è un compito di apprendimento seriale --> ci sono 4 luci e 4 tasti -->il soggetto deve schiacciare il tasto che corrisponde alla luce --> se si fa una combinazione complessa (difficile da seguire perché è molto lunga) e la sequenza viene ripetuta molte volte io non mi accorgo che la sequenza è ripetuta perché è molto lunga, però il mio sistema se ne accorge --> questo però non so verifica in pazienti con lesioni ai gangli. Se i gangli della base sono sempre coinvolti, a seconda del compito saranno coinvolte anche altre strutture --> coinvolgimenti di altre aree specifiche sulla base della tipologia del compito, oltre al coinvolgimento dei gangli. Esempio: in uno studio fMRI vie confrontata l'attivazione che si verifica all'inizio dell'apprendimento motorio e alla fine. In un compito motorio complesso, nelle prime fasi dell'apprendimento si verifica un'attività delle aree motoria, nella seconda fase si ha invece una riduzione delle aree motorie --> dunque all'inizio e alla fine vi sono meccanismi diversi che agiscono --> nel tempo l'attivazione legata a un compito appreso è minore rispetto al l'attivazione di un compito che si sta apprendendo.
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Dettagli appunto:
- Autore: Mariasole Genovesi
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Psicologia Fisiologica 2015/2016
- Docente: Roberta Daini
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