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Memoria


Modello di Atkinson e Shiffrin: lo scopo è descrivere l'architettura della memoria, che secondo loro è un unico processo, ma distinto funzionalmente in più componenti:
1) registri sensoriali
2) memoria a breve termine (o primaria nel lessico di Waugh e Norman)
3) memoria a lungo termine (o secondaria)

• Registri sensoriali:
vi rimane una traccia dell'informazione sensoriale appena ricevuta. Persiste per poche centinaia di millisecondi e non è consapevole a meno che non si presti attenzione volontaria. Esiste un registro per ciascuna modalità sensoriale: memoria iconica (visiva), memoria econica (tattile), tattile-propriocettiva, olfattoria, gustativa. Domanda importante: è memoria oppure una conseguenza dell'elaborazione sensoriale e della sua persistenza temporale nei sistemi percettivi?

• Memoria a breve termine (MBT) è caratterizzata da una capacità limitata (secondo Miller solo 7 unità --> il magico numero 7 più o meno 2), ha una durata limitata (l'informazione viene mantenuta per circa 30 secondi), l'informazione viene rappresentata secondo la sua modalità sensoriale specifica (ciò riflette in prevalenza le caratteristiche fisiche dello stimolo), l'oblio è rapido (se non è supportato da ripasso --> l'enfasi era posta sulla capacità limitata e la durata temporanea della ritenzione). Dalle prime concezioni di memoria a breve termine degli anni 60 (Atkinson e Shiffrin e Waugh e Norman), si è passati negli anni 70 ad una considerazione di MBT come memoria di lavoro (cioè uno spazio di elaborazione temporaneo che ci permette di eseguire compiti cognitivi --> non più semplice mantenimento passivo dell'informazione, ma processo che coordina tanto processi di mantenimento quanto di elaborazione) e sistema multi-componenziale (Baddeley e Hitch --> la memoria di lavoro è costituta da un loop fonologico per il materiale
verbale, il taccuino visuo spaziale per il materiale visivo e spaziale e il sistema esecutivo centrale che coordina le risorse attentive disponibili per l'elaborazione delle informazioni preservate nei sistemi di mantenimento passivi). Evidenze empiriche riguardo alla memoria di lavoro: rievocazione libera --> si presenta ai soggetti una lista di parole e si chiede loro  di ricordare più parole possibili --> si verificano due eventi: effetto primacy --> le parole a inizio della lista sono ricordate di più, perché sono quelle che sono state reiterate di più e dunque sono già entrate nella MBT (tale effetto é anche influenzato da variabili semantico-lessicali e dall'età)/ effetto recency: se la lista deve essere ripetuta subito dopo la presentazione, si ricordano meglio le parole alla fine della lista perché sono ancora presenti in MBT, dunque ciò dimostra la presenza di un magazzino a breve termine e la prestazione non é influenzata da variabili semantico-lessicali o dall'età. Un'altra evidenza è la doppia dissociazione nei casi clinici --> il paziente H.M. presentava una lesione a buona parte dei lobi temporali mesiali bilaterali (compresa amigdala, corteccia entorinale e 2/3 dell'ippocampo), e ciò aveva determinato amnesia retrograda (incapacità di ricordare le informazioni immagazzinate prima della lesione) generalizzata per tutti i tipi di informazione attraverso tutte le modalità sensoriali, tuttavia non mostrava difficoltà in altri domini cognitivi (funzioni percettive e sensoriali molto ben conservate) né mostrava deficit nella memoria di lavoro e nella memoria espressa attraverso la perfromance. La scoperta che le persone che soffrono di amnesia a causa di una lesione al lobo temporale mesiale hanno una compromissione della memoria dichiarativa ( ma non della memoria di lavoro costituisce una dissociazione semplice. La doppia dissociazione vi sarebbe in caso di pazienti con un deficit nella memoria di lavoro, ma non nella memoria dichiarativa --> caso del paziente K.F.: a causa di una lesione alla corteccia temporo-parietale sinistra presentava gravi deficit della memoria di lavoro (riusciva a ripetere all'indietro un lista di sole 2 cifre, quando gli individui normali di solito arrivano a 7/8 cifre), ciononostante le sue prestazioni relative alla memoria dichiarativa erano normali e anzi al di sopra della media.  Il caso del paziente E.E. è simile a quello di KF --> aveva subito una lesione temporo-parietale sinistra --> la MLT è preservata, ma presenta deficit di MBT fonologica.

• Memoria a lungo termine (MLT): è caratterizzata da capacità molto ampia, durata molto lunga (alcuni ricordi durano tutta la vita), la rappresentazione può anche non essere legata alla modalità di acquisizione. In MLT c'è una dissociazione tra memoria dichiarativa e non dichiarativa.

Ulteriore importante suddivisione:

• Memoria dichiarativa (esplicita): 1) memoria episodica: conoscenze per cui sono importanti le coordinate spazio temporali (se nell'episodio è direttamente coinvolta la persona allora la memoria è autobiografica) 2) memoria semantica: consiste nelle nostre conoscenze generali sul mondo, quindi non sono importanti le coordinate spazio temporali.

• Memoria non dichiarativa (implicita)
--> rappresenta quell'insieme di conoscenze che non richiedono consapevolezza ma che emergono dalla prestazione.
Ne esistono 4 tipi:
1) memoria procedurale: abilità motorie e cognitive (andare in bicicletta, leggere...)
2) priming, che è la facilitazione percettiva
3) condizionamento classico e operante
4) apprendimento non associativo (assuefazione e sensibilizzazione).

Memoria non dichiarativa

memoria che si acquisisce senza consapevolezza, ma che emerge dalla prestazione. Include 4 forme di memoria: memoria procedurale/priming/condizionamento/apprendimento non associativo.


Tratto da PSICOLOGIA FISIOLOGICA di Mariasole Genovesi
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