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La relazione medico- paziente e la non adesione terapeutica


Uno dei temi cruciali riguarda il fenomeno della compliance (obbedienza), cioè in quale misura le persone svolgono le azioni raccomandate o prescritte e seguono i trattamenti medici.
I motivi di un basso grado di compliance sono stati individuati focalizzando l’attenzione sulle caratteristiche individuali o sui fattori legati al sistema sanitario.
Nel primo caso le ricerche si sono quasi tutte riferite all’Healt belief model, che sottolinea il ruolo delle credenze dei pazienti sulla percezione dei benefici e degli ostacoli; l’accettazione sarà maggiore quando il paziente crederà di essere vulnerabile alla malattia.
Nel secondo caso l’attenzione è rivolta all’analisi di alcuni aspetti relazionali e strutturali, quali il comportamento dello staff, la comunicazione insoddisfacente.
Recentemente si è passati dall’uso della parola compliance al termine adherence (adesione), che implica uno sforzo volontario da parte dell’individuo. Mentre sembrava implicita la considerazione della compliance come normativa e buona, le nuove concettualizzazioni sottolineano che non accettare un regime terapeutico ritenuto inadeguato è legittimo per il paziente. Da qualche anno l’interesse per i fenomeni di non osservanza si è rivolto all’ambito dell’infezione da HIV, in quanto i processi terapeutici aumentano la sopravvivenza per i pazienti nei diversi stadi clinici e giustificando un intervento sempre più precoce nei pazienti asintomatici, tendono a cronicizzare l’infezione e quindi ad allungare il periodo che richiede l’adesione dei pazienti ad un regime prescritto.
Il dato più nuovo riguarda l’intervento sempre più attivo dei pazienti nelle scelte terapeutiche che li coinvolgono in seguito all’accesso ad una informazione massiccia proveniente dai mass media.
I dati di alcune ricerche sembrano suggerire che sarebbe in atto una elaborazione di strategie individuali, radicate in un contesto di appartenenza ad un gruppo.
Numerosi modelli in ambito psicosociale hanno cercato di spiegare la specificità dei problemi, cause, effetti e variazioni degli scarti tra le aspettative degli operatori sanitari e le strategie dei pazienti. Le variabili socio demografiche (età, sesso), di rado appaiono associate all’osservanza, si è rivelato impossibile identificare dei tratti di personalità predittivi di condotte osservanti.
Sono altri i fattori che influenzano l’osservanza terapeutica:
- Caratteristiche del regime di trattamento (durata, complessità, effetti sulla vita personale)
- Qualità dell’informazione
- Buona comprensione del protocollo.
Altro dato interessante è l’emergere di relazioni significative tra l’osservanza da un lato e le credenze sulla salute dall’altro, nonché con l’autopercezione della propria capacità di azione.
Questi modelli si sono sforzati di integrare l’influenza dell’ambiente sociale sull’individuo in senso favorevole o sfavorevole all’adesione al trattamento e all’osservanza di esso.
Inoltre c’è lo sforzo di tenere presente la dinamica temporale, a cominciare dall’idea che le determinanti dell’adozione iniziale di un comportamento sono distinte da quelle che riguardano la persistenza di tale comportamento nel tempo, in quanto possono intervenire fattori come situazioni emotive negative, conflitti interpersonali o pressioni sociali che conducono all’abbandono dell’osservanza rispettata fino a quel momento.
Nonostante la loro utilità, questi modelli hanno suscitato un numero crescente di osservazioni critiche, i ricercatori hanno sottolineato la necessità di tenere conto di alcuni elementi come:
I processi di costruzione sociale delle rappresentazioni nella formazione e trasformazione dei comportamenti di cura.
L’impatto dei processi di influenza nell’adesione o nel rifiuto delle direttive mediche: è stato verificato che l’appartenenza ai gruppi di riferimento costituisce un mediatore importante nel rapporto medico-malato.

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