Un approccio ingenuo separa il corpo dalla mente e di conseguenza i disturbi psicologici sono nettamente separati dai disturbi fisici, ma questo approccio semplifica la complessità che in realtà caratterizza la nascita di fenomeni di malattia.
Ci sono
4 fasi nella storia della psicologia della salute:
1. Prospettiva biomedica: nel corso della storia della medicina risale a Ippocrate con la teoria umorale che tenta di superare una concezione magica/superstiziosa, afferma l'esistenza di una base fisica per tutti i disturbi, la salute si ha quando 4 umori di base sono in equilibrio che sono: (1) bile nera che ha sede nella milza, (2) bile gialla che ha sede nel fegati, (3) sangue che ha sede nel cuore e (4)flegma; che ha sede nella testa, quando uno di questi elementi prevale sugli altri causa la malattia. La teoria umorale si configura anche come una teoria della personalità, essa prevedeva che gli aspetti del carattere fossero determinati da variabili di natura biologica. Le tipologie del carattere si basa sul diverso assetto dei 4 umori e di conseguenza l'eccesso di bile nera determina il carattere melancolico, l'eccesso di bile gialla determina il carattere collerico, il tipo sanguigno veniva rappresentato come allegro/goloso e il tipo flemmatico era rappresentato come lento/pigro. Il modello biomedico era incentrato su una visione meccanicistica del corpo, rappresentato come insieme di ingranaggi che cooperano nella direzione del buon funzionamento dell'organismo, la rottura dell'omeostasi determina lo stato di malattia. In questa prospettiva lineare anche il malessere psicologico è ricondotto a una falla del corpo infatti la malattia è la risposta a uno stimolo che può essere una forza esterna o squilibri interni.
2. Prospettiva freudiana: si configura come una rivoluzione culturale che per la prima volta realizza uno spostamento dalla centralità del corpo alla valutazione di variabili psicologiche nella comprensione dell'esperienza di malattia. Con Freud nasce l'idea che esiste una relazione di causalità tra area psichica e sintomatologia fisica quando collaborò con il medico Breur dal 1880 al 1882, seguendo il caso Anna O: la giovane donna manifestava dei sintomi fisici ma gli accertamenti medici non avevano individuato una causa fisica a questi sintomi. Freud e Breur usarono l'ipnosi per raggiungere quelle aree psicologiche non accessibili a livello della consapevolezza. Con la successione delle sedute riaffiorirono delle memorie infantili traumatiche. Da questo caso si affermò l'esistenza di meccanismi psicologici che causano il malfunzionamento dell'organismo. Il limite principale della prospettiva freudiana è quello di trovare una relazione diretta/causale tra personalità e malattia, tra mente e corpo.
3. Prospettiva bio-psico-sociale: questo sistema mette insieme aspetti genetici (ovvero gli aspetti biologici che ci dicono se siamo predisposti a malattie in base a precedenti in famiglia) con gli aspetti psicologici e sociali poiché per una patologia può influire lo stile di vita e l'ambiente in cui si vive, quindi ci sono degli elementi co-determinanti nella nascita di una malattia. Affonda le proprie radici nella teoria tradizionale stimolo-risposta, che spiega l'apprendimento come un processo psichico che consente di modificare il comportamento. Il ruolo centrale nel dirigere i comportamenti è ricoperto dalle aspettative (ovvero ciò che l'individuo anticipa/prevede che accadrà come il risultato di comportamenti specifici in situazioni specifiche) e dalle convinzioni soggettive (ovvero quell'insieme di informazioni/conoscenze che un individuo ha acquisito a proposito di un particolare fenomeno). Ne deriva che il comportamento si modifica in funzione della valutazione soggettiva di un esito e della probabilità che una specifica azione conduca all'esito atteso. Diversi modelli esplicativi si sono succeduti nel tempo ma il limite di questi modelli è la scarsa/nulla considerazione di altre variabili come le variabili emotive oltre a quelle cognitive coinvolte nei processi di cambiamento comportamentale.
Oggi l'attenzione si sposta dai tipi di personalità ai legami tra emozioni e salute. La regolazione emotiva è la capacità di dare forma/controllare/esprimere le percezioni corporee generate dal contatto con l'ambiente. La salute diventa un costrutto sociale e il valore sociale della salute è prossimo a quello di felicità e dovere sociale. La psicologia della salute privilegia un atteggiamento orientato a promuovere cambiamenti nei comportamenti di salute, nella gestione delle malattie e a favorire le relazioni tra la persona e i sistemi sanitari nelle loro diverse articolazioni.
4. Prospettiva narrativa: dà un contributo importante nella comprensione della sofferenza e favorisce lo sviluppo di uno sguardo interdisciplinare sull'individuo. Spesso le persone malate esprimono il loro disagio nel sentirsi oggettivate e non riconosciute dai professionisti della salute che pongono maggiori attenzioni alla malattia (=disease) e non alla sofferenza/vissuto soggettivo di malattia (=illness). A ciò si lega il tema dell'assenza di compliance, ovvero l'assenza dell'adesione del paziente alle indicazioni terapeutiche del medico perché le persone malate spesso hanno difficoltà nel riuscire a seguire dei percorsi di cura che non sono predisposti ad accogliere il loro vissuto soggettivo di malattia. La narrazione secondo questo approccio si configura come luogo di costruzione di significati entro spazi personali/culturali/sociali condivisi, è la narrazione che diventa la dimora della soggettività perché è nell'atto di raccontare che si comprende la sofferenza ed è anche un modo naturale di reagire alla sofferenza.
Nel 2004 Radley propone un punto di vista interessante sul concetto di sofferenza, essa viene ricondotta a un'esperienza vasta e descritta come dolore prolungato nel tempo associato alla paura di esserne sopraffatti e viene quindi definita come catastrofica proiezione nel futuro. Radley afferma che è possibile conoscere la sofferenza solo grazie alla sua controparte che è la compassione, ovvero l'empatia per la sofferenza degli altri; sofferenza e compassione sono dunque 2 facce della stessa medaglia.
La psicologia della salute è un filone della psicologia sociale che si interroga sulla persistenza delle disuguaglianze nella qualità della vita, nel benessere e nelle condizioni di salute e sul ruolo delle persone nello sviluppo e nella promozione si un pensiero critico. La psicologia della salute ha inoltre il compito di promuovere la coesistenza dei valori e di ampliare i gradi di libertà con cui i soggetti si comportano quando sono posti di fronte a scelte che riguardano la propria salute.