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L'indagine filosofica di Hegel


Georg Wilhelm Friedrich Hegel nacque a Stuttgart nel 1770. Gli scritti del periodo giovanile, dal 1793 al 1800, hanno come tema la rigenerazione morale e religiosa dell’uomo come fondamento della rigenerazione politica. Hegel era infatti convinto che non si potesse realizzare una vera rivolu-zione politica se non basata su una rivoluzione del cuore, della persona nella sua vita interiore.

Nella Positività della Religione cristiana, Hegel critica le strutture delle Chiese cristiane. In esse sarebbe sparito il senso profondo del messaggio religioso del maestro. Gesù ha infatti predicato il superamento della vecchia legge esteriore attraverso la nuova legge dell’amore. Le Chiese hanno invece costruito una religione positiva, attraverso criteri di verità oggettivamente fissati.

Ne Lo Spirito del Cristianesimo e il suo destino, Hegel ripercorre la storia degli ebrei osservando che, dopo il diluvio, essi hanno scelto di vivere in inimicizia con la natura e in ostilità con gli uomini: essi ripongono la loro salvezza in Dio. Hegel studia poi la figura di Gesù, vicina al mondo greco, che ha vissuto in accordo con la natura. Tuttavia, i suoi seguaci hanno tradito il suo messaggio.

Le tesi di fondo dell’idealismo di Hegel sono: la risoluzione del finito nell’infinito, l’identità fra ragione e realtà, la funzione giustificatrice della filosofia. Il finito e l’infinito coincidono in quanto il finito è manifestazione e momento necessario dell’infinito. Mentre per Spinoza l’Assoluto è una Sostanza statica (la Natura), per Hegel si identifica invece con un Soggetto spirituale in divenire.

Il Soggetto spirituale infinito che sta alla base della realtà è denominato da Hegel con Idea o Ragione, intendendo con queste espressioni l’identità di pensiero ed essere, ragione e realtà. Da ciò il noto aforisma “Ciò che è reale è razionale e ciò che è reale è razionale”.

Con la prima parte della formula, Hegel intende dire che la razionalità non è pura idealità, ma la forma stessa di ciò che esiste. Viceversa, con la seconda parte della formula Hegel afferma che la realtà non è materia caotica, ma il dispiegarsi di una struttura razionale che si manifesta in modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell’uomo. Tale identità implica anche l’identità tra essere e dover essere, in quanto ciò che è risulta anche ciò che razionalmente deve essere.

Hegel ritiene che il compito della filosofia consista nel prendere atto della realtà e nel comprenderne le strutture razionale che la costituiscono. Comprendere ciò che è è il compito della filosofia, perché ciò che è la ragione. La filosofia è come la nottola di Minerva che inizia il suo volo sul far del crepuscolo, cioè quando la realtà è già bell’e fatta.

Hegel ritiene che il farsi dinamico dell’Assoluto passi attraverso i tre momenti dell’idea in sé e per sé (tesi), dell’Idea fuori di sé (antitesi) e dell’Idea che ritorna in sé (sintesi). L’idea in sé e per sé è l’idea in se stessa a prescindere dalla sua realizzazione nella Natura e nello Spirito. L’idea fuori di sé è la Natura, cioè l’alienazione dell’idea nelle realtà spazio-temporali del mondo. L’idea che ritorna in sé è lo Spirito, cioè l’Idea che dopo essersi fatta natura torna presso di sé, nell’uomo.

Questa triade va intesa in senso cronologico, ma ideale. A questi momenti dell’Assoluto, Hegel fa corrispondere le tre sezioni del sapere filosofico: la logica, la filosofia della natura e dello spirito.

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