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La Repubblica in Turchia e l’età di Kemal

La Repubblica e l’età kemalista

1° guerra mondiale: Il 2 agosto 1914 la Turchia conclude un accordo segreto con la Germania. Il 23 novembre Maometto V proclama la guerra santa dell’Islam alleandosi con gli imperi centrali. Scegli di allearsi col nemico storico nella speranza di essere aiutato a contenere le rivolte nei Balcani. Il vero problema dell’impero però è la politica interna. L’ipotesi panislamista non riscuote successo, anzi, le nazioni arabe approfittano del conflitto per liberarsi dalla Turchia. Il compito dell’esercito turco era di fermare l’esercito russo nel Caucaso, ma non riusciranno a farlo. In questo periodo ha luogo lo sterminio di un milione di armeni da parte dei turchi. Nel frattempo le truppe del GT Enver si dirigono verso la neonata (e di breve durata) Repubblica transcaucasica. I tedeschi vogliono impedirlo perché i GB stanno entrando in Palestina, ma Enver non rinuncia. Nel 1918 Enver riesce a strappare Baku agli inglesi. Tuttavia la lunga serie di sconfitte rende inevitabile il crollo definitivo dell’impero, che chiede l’armistizio. Il 31 ottobre del 18 viene firmata la Convenzione di Mudros, che impone la smobilitazione dell’esercito ottomano e l’evacuazione dai territori caucasici. Il triunvirato di unione e Progresso è ritenuto da tutti il responsabile della disfatta, ed è costretto a fuggire. Lo smembramento dell’impero prevede che la Tracia e l’Anatolia occidentale passino alla Grecia, l’Armenia indipendente e il Kurdistan autonomo, la nascita di un’entità autonoma ebraica in Palestina. Nel maggio 1919 la Conferenza di Versailles smembra l’Impero assegnandolo a Russi, GB, Francesi, ebrei, arabi, greci. Tra la guerra e gli stermini, l’impero aveva perso più di quattro milioni di persone. È in questa fase difficile che emerge il personaggio di Kemal Ataturk.
L’avvento del governo repubblicano e il Trattato di Losanna: nel 1904 Kemal fonda il Comitato politico segreto “Patria e libertà”. Dopo il conflitto egli si oppone al sentimento di rassegnazione con cui il governo accetta le condizioni di Mudros. Quando Smirne viene invasa dai greci, il 15 maggio 1919, Kemal viene inviato lì e ne approfitta per realizzare il progetto di uno Stato nazionale turco indipendente. Egli raccoglie un grande consenso, andando al governo in virtù dei poteri conferitigli dall’Assemblea Nazionale convocata ad Ankara il 23 aprile del 1920. Il Sultano firma il Trattati di pace di Sèvres con l’Intesa nell’agosto del ’20, ma il trattato non viene accettato dal governo di Ankara nel ’22 l’Assemblea di Ankara destituisce Maometto dopo le vittorie di Kemal contro i greci. Con la fuga di Maometto il governo di Ankara è l’unico firmatario al definitivo Trattato di Pace di Losanna del 1923, che restituisce la Tracia orientale alla Turchia. Il Trattato fissa le frontiere Turche in Europa e Asia. Nel Trattato non c’è alcun riferimento all’indipendenza armena e all’autonomia del Kurdistan. Viene deciso di effettuare uno scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia, scambio che coinvolgere circa un milione e mezzo di persone. Per gli stretti viene garantita la libertà di navigazione per tutti in tempo di pace, e in caso di guerra alle navi dei paesi neutrali Kemal scioglie l’Assemblea di Unione e Progresso, entra con le sue truppe a Costantinopoli (23 ottobre 23) e proclama la nascita della Repubblica Turca (29 ottobre ‘23).
I nuovi organi costituzionali: il 2 gennaio 1921 l’assemblea nazionale vota una prima costituzione provvisoria, in cui la sovranità viene affidata al popolo. Il potere esecutivo viene svolto da commissari eletti dall’Assemblea. La denominazione di Impero Ottomano viene sostituita con Turchia, e poi di Repubblica turca con la presidenza di Ataturk nel ’23. Nel ’23 la capitale è spostata ad Ankara e nel ’24 viene varata una nuova legge costituzionale. La religione ufficiale è quella islamica, la lingua turca. La Repubblica è retta dalla Grande Assemblea Nazionale di Turchia, la quale elegge un Presidente della Repubblica in carica quattro anni. L’Assemblea tiene il potere legislativo, mentre il presidente quello esecutivo, insieme al Consiglio dei Ministri e al suo presidente. I deputati vengono eletti ogni quattro anni a suffragio universale. Il partito di riferimento è il Partito repubblicano del popolo di Kemal, che si ispira a populismo, nazionalismo, statalismo e orientamenti repubblicani. Tuttavia più che una vera democrazia la Turchia di Kemal è un sistema politico a partito unico. La Grande Assemblea ha alle sue dipendenze una Corte dei Conti. Fino all’avvento di Kemal, i Sultani non avevano mai redatto un bilancio. L’amministrazione centrale della Repubblica si articola in 13 ministeri, mentre quella periferica divide il paese in 63 vilayet (province). Il potere giudiziario viene esercitato dai tribunali.
Orientamenti e programmi di politica economica: il fatto che non fosse mai stato redatto un bilancio aveva causato una disorganizzazione economico-amministrativa, che fu una delle cause di disgregazione dell’impero. Kemal adotta numerosi provvedimenti. Con l’abolizione del regime delle capitolazioni Kemal aveva ripristinato la formale piena autorità dello Stato, che aveva come obiettivo primario l’equilibrio della bilancia commerciale e della finanza statale. Le risorse erano più che sufficienti, il problema era l’arretratezza dei sistemi produttivi. Kemal sostiene la formazione di un’industria statale che avrebbe fornito i beni di prima necessità al paese, stabilisce restrizioni all’importazione mentre cerca di aumentare le esportazioni. In venti anni si sviluppò una rete ferroviaria, le comunicazioni stradali, la trasformazione di una politica agraria volta a favorire i meno abbienti. Fu potenziata l’industria mineraria. Il piano economico era fondato su principi economici autarchici. La Turchia non riuscì ovviamente a colmare il gap con i paesi europei, ma lo sviluppò fu notevole. Per quanto riguarda il sistema finanziario Kemal introduce un’organizzazione contabile su modello europeo cercando di arrivare alla parità di bilancio. Questo era difficile a causa dell’eredità del debito pubblico ottomano, attraverso il quale le potenze europee si erano impadronite dell’Impero. La Turchia di Kemal ricorrerà ai capitali stranieri ma evitando che questo determini una sua sottomissione ad altri stati.
Le riforme di Ataturk: Nel ’28 viene ufficializzata la separazione tra stato e chiesa e viene eliminata la religione di stato. Kemal abolisce il califfato, i tribunali religiosi, le confraternite e le scuole confessionali. Kemal non vuole abolite la vita religiosa, ma vuole ricondurla alla sfera privata del cittadino. L’ufficializzazione della lingua turca è un fattore di alfabetizzazione, infatti, il turco era difficilmente adattabile all’alfabeto arabo, e questo era causa di analfabetismo. I funzionari sono obbligati a conoscere l’alfabeto e la lingua turca. Si adottano anche nuovi criteri nello studio della storia nazionale, rivalutando l’epoca della formazione della civiltà unno-turca. Per non perdere il patrimonio culturale molte opere del periodo ottomano furono trascritte con l’alfabeto turco, così come lo sarà anche il Corano. Per quanto riguarda il nuovo codice civile, questo abolisce la poligamia e proclama uguaglianza tra donne e uomini. All’harem subentra un modello monogamico di famiglia. La funzione didattica che doveva portare avanti lo stato fu, di fatto, svolta da alcuni organismi appositi come le Case del popolo, che dovevano far scaturire dal basso movimenti di solidarietà sociale. Infine, l’avvicinamento al modello occidentale si nota con l’adozione del calendario europeo, del sistema metrico-decimale, l’abolizione dei titoli arabi di pascià, efendi, bey, ecc. la vera contraddizione del governo Kemal è che la sovranità, più che nelle mani del popolo, era nelle mani di un’oligarchia militare con a capo Kemal.

Tratto da STORIA DELLA TURCHIA CONTEMPORANEA di Giulia Dakli
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