Richard Wagner e l'idea dell'opera d'arte totale
Richard Wagner nasce a Lipsia nel 1813 e muore a Venezia nel 1883. L’opera di Wagner costituisce una delle massime espressioni del romanticismo tedesco e rappresenta nello stesso tempo la sintesi di un’epoca. L’opera di Wagner prende corpo in un contesto artistico in cui si era già coagulato l’ideale di un teatro musicale nazionale tedesco, fatto da un complesso tipico di caratteri (esoterico, libertario, fiabesco, leggendario, demoniaco, popolaresco) che stava ormai giungendo alle soglie tematiche del mondo sentimentale e irrazionalistico. In un clima del genere Wagner pone le basi del suo dramma musicale, che affonda le radici nel mito in quanto rappresentazione di una verità universale a cui è possibile accedere solo per via immediata e non per via razionale. Il primo capolavoro wagneriano è Il vascello fantasma, che prefigura un metodo compositivo basato sullo sviluppo sistematico dei motivi. Tannhauser (che fonde varie leggende medievali nordiche con protagonista il minnesanger Tannhauser) , Lohengrin (dove la leggenda dell’ignoto cavaliere condotto miracolosamente da un cigno a salvare l’innocenza minacciata, viene calato in un contesto storico definito, quale il regno di Enrico I nel X secolo) e L’olandese volante (un navigatore olandese condannato dal diavolo a vagare sui mari per l’eternità fino quando l’amore fedele di una donna non l’avrà redento) rappresentano il trapasso a quella che sarà invece il sottofondo ideologico del suo fare musicale: fortemente critico verso il grand – opèra, lancia l’idea di un’opera d’arte totale le cui componenti devono concorrere, in modo unitario, in base ad una poetica rigorosa e all’esperienza assoluta del mito, unica, mistica sfera di verità intesa al di là delle singola vicenda rappresentativa. Nella sua monumentale tetralogia L’anello del Nibelungo, fino al 1857 fatta dall’Oro del Reno, dalla Walkiria e dai primi due atti del Sigfrido (manca il Crepuscolo degli dei) Wagner elabora i fondamenti della sua originale concezione operistica, già riversati nel 1851 nel suo voluminoso trattato, Opera e dramma.
- la cosiddetta “melodia infinita”, che infrangeva i tradizionali schemi costruttivi del melodramma italiano e francese.
- Il rilievo conferito all’orchestra, che da mero accompagnamento delle voci divenne fondamentale tessuto connettivo del dramma.
- L’uso dei motivi conduttori (i leitmotiv) legati a figure, momenti, aspetti dell’azione drammatica.
- Identificazione di temi mitici di ascendenza germanica, che diventano soggetti privilegiati del dramma musicale.
Volendo essere più discorsivi, diremmo che Wagner propende per una fusione di tutte le arti dello spettacolo in un’opera d’arte totale, che rifiuti le forme del melodramma tradizionale, e dia vita ad una rappresentazione in cui parola, musica e dramma siano intimamente fuse allo scopo di ridestare il mito, inteso come svolgimento simbolico di contenuti immaginari i cui significati universali siano comunicati e direttamente vissuti dal sentimento. A far aderire e combaciare significato e sentimento pensa la musica, perennemente presente grazie ad un’orchestra che esprime ciò che le parole non possono esprimere. La poesia si baserà sulla rima e sull’allitterazione, che unificheranno psichicamente le immagini espresse dal testo.
Nel 1857 molla la Tetralogia e inizia il Tristano ed Isotta, tutto impregnato di filosofia schopenaueriana. Tristano e Isotta devono sublimare nella morte la loro brama insaziabile, poiché solo nella morte possono liberarsi della volontà, origine del mondo e degli egoismi individuali.
Nel 1874 riprende la composizione della tetralogia, che adesso assume una linea più chiara: immagine del tramonto di un mondo basato sulla legge e sulla violenza, quello degli dei e del loro re Wotan, che simboleggia lo stato cui doveva seguire l’alba di un nuovo mondo, l’utopico mondo di Sigfrido e Brunilde, fatto di libertà e autodeterminazione dell’individuo. Ma presto il dramma finisce per emendarsi dal lato più contingente e finisce per assumere significati più universali: la rinuncia all’amore in cambio del potere e la salvezza, segnata dalla restituzione dell’oro al fiume, dal crollo della reggia degli dei e dalla riaffermazione, dalla speranza superstite dell’amore, tramite il sacrificio di Sigfrido e Brunilde.
L’ultimo dramma musicale di Wagner è il Parsifal, dove il tedesco riprende l’antico motivo ideale di tutta la sua opera: la colpa e la redenzione; un motivo adesso affinato dal concetto schopenaueriano della rinunzia, e fatto di interiorizzazione estrema. La rappresentazione è un percorso spirituale che già di per sé è azione visibile.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Esame: Storia della musica
- Docente: Salvatore Enrico Failla
- Titolo del libro: Storia della musica
- Autore del libro: Barone - Fubini - Petazzi - Santi - Vinay -
- Editore: Einaudi
- Anno pubblicazione: 2005
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