Globalizzazione e Slow Food
L’accettabilità di nuovi cibi viene misurata attraverso la Scala di Atteggiamento della Neofobia Alimentare per predire probabilità di successo di varie tipologie di cibo, per ex quello etnico.
Il concetto di globalizzazione alimentare, rimanda all’opera di multinazionali che producono industrialmente e su scala globale a scapito delle produzioni locali.
La nostra elité gastronomica ha cos’ messo in atto un tipico effetto snob, rifiutando le produzioni che potevano raggiungere la massa e dando il via ad un processo culturale di rivalutazione dei prodotti tipici e rari del territorio.
Così è nato il concetto di Slow Food, con finalità di contrapporre ricchezza tradizione gastronomica italiana all’omologazione del cibo proposto nei Fast Food.
Slow Food è nata in Italia a Bra (CN) nel 1986 oggi è presente con 86000 membri in 130 Paesi.
Si occupa di organizzare corsi, degustazioni, cene, viaggi, promozione progetti educativi come orticelli scolastici ecc.
La mission dell’organizzazione è stata “l’educazione al gusto” come difesa contro cattiva qualità e frode alimentare.
Slow Food interviene a favore delle tradizioni culinarie locali, delle produzioni tipiche e della difesa di specie animali e vegetali che rischiano estinzione perché usate in quantità industriali per produzione di massa.
Si occupa di valorizzare e recuperare mestieri e tecniche di lavorazione tradizionale, salvano antiche varietà di ortaggi e frutta, migliorano qualità dei prodotti, sostengono agricoltura più pulita e meno intensiva.
Si possono trovare in commercio molti libri, guide, ricettari ecc.
E’ stata inaugurata anche l’università delle Scienze Gastronomiche in prov di Cuneo e di Parma e gli studenti iscritti arrivano da tutto il mondo.
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Dettagli appunto:
- Autore: Priscilla Cavalieri
- Università: Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM)
- Corso: Relazioni Pubbliche
- Esame: Psicologia dei consumi
- Titolo del libro: Manuale di Psicologia dei Consumi
- Autore del libro: Russo Vincenzo e Olivero Nadia
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