La I Guerra Mondiale e l’unità riconquistata della Polonia
Lo scoppio della I Guerra Mondiale obbligò i partiti delle tre zone a stabilire chi appoggiare. Sarebbe convenuto non schierarsi, ma ciò era impossibile. L’Austria segretamente incoraggiava la semiclandestina attività antirussa della frazione rivoluzionaria del PPS, gestita da Pilsudski e Sosnkowski, che fondarono l’Unione per la lotta attiva. La scelta antirussa e pro Austria dei conservatori, del partito contadino e dei socialisti si delineò già prima dello scoppio della guerra, mentre il partito nazional-democratico di Dmowski si schierò con la Russia, che aveva promesso la nascita di una Polonia unificata. Pilsudski creò un gruppo segreto: l’Organizzazione militare polacca (POW), operativa in Russia e Lituania. La gerarchia cattolica era invece schierata con Dmowski e più vicina alla posizione russa. Le varie frange della chiesa cattolica videro nel conflitto la possibilità di una riunificazione della nazione.
L’avanzare delle truppe degli imperi centrali spostò il fronte verso est e il territorio polacco diventò la retrovia delle forze impegnate contro la Russia. Le esigenze belliche indussero tedeschi e austriaci a nuove promesse di autonomia. Nel 1917 furono da essi create il Consiglio di Stato provvisorio e il Consiglio di Reggenza. Da parte sua lo zar dichiarò che le sue truppe combattevano per la riunificazione della Polonia, ma non parlò di indipendenza. L’indebolimento della Russia nel ’17 indusse Pilsudski a riprendere l’iniziativa sperando nella sollevazione popolare. L’insurrezione bolscevica del ’17 portò alla pace separata tra le potenze centrali e la Russia (Brest-Litovsk – 3 marzo 1918). Sconfitta la Russia, il principale nemico della Polonia era la Germania. Quando la sconfitta degli imperi centrali era ormai data per certa, il Consiglio di reggenza proclamò l’indipendenza della Polonia e formò un governo d’unità nazionale. Dopo sette gg di governo provvisorio il Consiglio di Reggenza diede a Pilsudski la carica di Capo provvisorio dello stato. Questo incaricò Moraczewski di formare un nuovo governo. Nelle elezioni del 1919 la destra uscì vittoriosa – il partito nazional-democratico ottenne il 45% dei voti. Il governo polacco pose come priorità assoluta il rafforzamento dell’esercito polacco.
Nel corso delle trattative di pace la definizione dei confini polacchi fu lenta e laboriosa. A vantaggio della Polonia vi erano alcuni fattori:
la rivalutazione della Polonia come stato cuscinetto tra Russia ed Europa
la necessità francese di avere un alleato ad est della Germania
l’influenza esercitata dalla diaspora polacca su Parigi e Washington
i 14 punti di Wilson.
Il Trattato di Versailles stabilì l’inclusione in territorio polacco della Grande Polonia e della Pomerania, con l’esclusione di Danzica, città libera. I confini orientali invece furono stabiliti non in sede di conferenza ma sul campo di battaglia. La ritirata delle forze degli imperi centrali lasciava un vuoto che le truppe russe e polacche cominciavano ad occupare. Gli scontri che ne derivarono assunsero le dimensioni di una vera guerra. La linea Curzon, accettata quale confine dalle potenze dell’Intesa, ripercorreva il confine russo-polacco frutto della terza divisione della Polonia e lasciava fuori i territori ucraini, lituani e bielorussi. Nel ’20 i russi presero Kiev e Londra e Parigi concessero aiuti a Varsavia. Nell’agosto del ’20 l’Armata Rossa assediò la periferia di Varsavia. Allo stesso tempo Pilsudski riconquistava Vilnius, in territorio lituano. Il Trattato di Riga del 18 marzo 1921 sancì la pace. La Polonia si ritirò dalla Lituania ma ottenne uno spostamento di 150 km a est della linea Curzon.
Pilsudski (1867-1935): polacco lituano della piccola nobiltà, contribuì alla fondazione del partito socialista polacco. Ebbe presto a cuore la resurrezione nazionale. Col tempo le idee socialiste furono sostituite da un rigido pragmatismo e dal disprezzo per il parlamentarismo polacco. Alla fine la sua politica prese la forma di un autoritarismo molto duro specialmente in politica estera e militare. Nemico = Unione Sovietica.
Dmowski (1869-1939): condannava il socialismo e mirava a rifondare lo stato basandosi sulla classe contadina. Il valore del cattolicesimo stava nell’essere un elemento nazionale e conservatore. Sognava una Polonia priva di contaminazioni razziali (antisemitismo). Nemico = Germania.
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