Duomo di Monreale
Voluto dal re normanno Guglielmo II d’Altavilla, è un altro edificio che esprime in modo significativo la versatilità con cui l’architettura romana siciliana è riuscita a conciliare tradizioni lontani. Situato sulle pendici di Monte Caputo, faceva parte di un vasto complesso che comprendeva il palazzo reale e un monastero benedettino. Iniziato nel 1172, venne consacrato già nel 1185. Il duomo presenta una pianta a croce latina commissa, divisa in 3 navate. Quella centrale, larga più del doppio delle laterali, è ritmata da nove colonne per lato. Su di esse sono collocati alcuni capitelli romani di spoglio e preziosi pulvini di gusto bizantino, interamente rivestiti in mosaico, sui quali si impostano archi a sesto acuto con ghiere e intradossi egualmente mosaicati. La mancanza di volte a crociera (la copertura è a capriate) e la conseguente assenza di pilastri che la sostengano conferisce alle pareti laterali un senso di armoniosa continuità, interrotto soltanto dal doppio transetto continuo, oltre il quale si aprono tre absidi a pianta semicircolare. Navate, transetto e absidi sono rivestiti per intero da 1 apparato di decorazioni musive. La facciata principale è stretta tra quanto resta di due massicci torrioni quadrangolari di tradizione normanna. La decorazione della parte superiore presenta un delicato intreccio di archetti ciechi a sesto acuto. Le pareti esterne conservano intatta la decorazione archiacuta, che è ripartita su 3 registri sovrapposti nell’abside mediana e su due di quelle laterali ed è ulteriormente impreziosita dalla ricercata policromia dei materiali impiegati (calcare bruno, laterizio rossastro e pomice lavica nera). È di impostazione araba anche il chiostro quadrato, aggiunto tra il 1176 e il 1189. Esso presenta 208 colonnette binate, di acurattissima e fantasiosa fattura. La ricchezza dell’ornamentazione di basi, tori, fusti e capitelli, variamente scolpiti o intarsiati con pietre policrome, mostra il cosmopolitismo siciliano.
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