Fenici in Occidente
Verso la fine del IX secolo a.C., cambia il tipo di approccio dei Fenici verso l’Occidente Mediterraneo e cessano i contatti commerciali con l’Oriente. Gli abitanti delle città del Libano (specialmente Tiro), pressati dai problemi politici interni, si allontanarono definitivamente dalla madrepatria per cercare risorse intatte e nuove ragioni di vita in Occidente. Dopo i primi impianti commerciali, come Cadice e Utica, si assiste alla fondazione delle prime colonie: Cartagine (814 a.C.) fondata da Elissa, la Didone virgiliana, sorella del re di Tiro e moglie del gran sacerdote del dio Melqart che, dopo l’uccisione del marito, scappò verso Cipro, raccolse un certo numero di giovani e una volta arrivata nel golfo di Tunisi contrattò una piccola porzione di territorio con il re dei Massili. Poco dopo la fondazione di Cartagine, le coste del Mediterraneo occidentale si popolano di colonie fenicie: Mogador, Lixus e Tangeri (lungo la costa atlantica dell’Africa); Cadice, Abul, Alcàcer do Sal e Almada (costa portoghese); Gibilterra (Calpe), Malaga (Mainake), Almuñecar (Sexi) (coste dell’Andalusia); Ibiza (Ibushim); Tipasa, Jijel (Igilgili), Algeri (Icosium), Annaba (Hippona) (costa algerina); Tabarka (Thabraca), Biserta (Hippo Diarrhitus), Ras Zebib (Tunisa), Utica e Cartagine (costa tunisina).
In Sicilia, le fondazioni fenicie fiorivano lungo la costa dell’isola, ma, con l’inizio della colonizzazione greca, i centri fenici si ritirarono nella Sicilia occidentale. I più importanti furono Mozia, Palermo e Solunto (fine dell’VIII secolo a.C.). Il motivo di queste fondazioni è forse il cambiamento di rotte verso occidente, come conseguenza della fondazione delle prime colonie greche, soprattutto lungo le sponde dello stretto di Messina: da quel momento la rotta occidentale transitò lungo le coste meridionale o occidentale della Sicilia, toccando l’isola di Malta (antica Malat, che vuol dire rifugio), sostando a Mozia e proseguendo poi verso Cartagine e verso la Sardegna.
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