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Corpi connettivi e urbanizzazione


Mulholland Dr. è un film di strade, di media, di attori e di contenitori. A livello semantico, ciò che questi elementi disparati hanno in comune è che si offrono come “corpi connettivi” e che la forma di tale connessione è “urbanizzata”.
Solo nella visione irenica di un paradigma della “chiarezza” i “discorsi filano”; per contro, ogni svolgimento isotopico di coerenza testuale contiene sempre, in contraltare, una resistenza sin-tagmatica all’assimilazione, la quale reclama anch’essa di essere messa a significare. Facciamo subito degli esempi, affinché questa breve impostazione teorica del problema non rimanga troppo astratta: a) contro lo sfondo dell’urbanizzazione e la logica della contenzione, Diane dispiega apertamente la smisuratezza dei suoi affetti; la sovraesposizione bianchissima del suo volto e di quella dell’amata, nonché l’incontinenza dell’immagine stessa che fluttua tra altre (seq. 55d) ne sono la piena discorsivizzazione figurale; b) di fronte a un paradigma urbanizzato di comunicazioni quale la rete stradale, il vicolo “inguardabile” del barbone (seq. 7 e seq. 54) è una figura della disconnessione e della dissoluzione della città, interna a sé stessa; c) i media, malgrado la loro finalità comunicativa, finiscono per deterritorializzare la geografia del proprio pubblico e soprattutto sono suscettibili di disancorare l’attore dalla sua stessa corporeità, visto che, prestata nella performance, essa viene quindi trasdotta in un sistema di registrazione che rende indipendente la sua ri-produzione (seq. 41).
Stabilire delle omologazioni e delle opposizioni è un primo modo per ricostruire una geografia di relazioni entro la quale riconoscere il percorso dei processi trasformativi; ora, il parallelismo tra enunciato ed enunciazione spinge a riconoscere delle equivalenze sui due piani rispetto alla sintassi di strade, di media, di attori, e di contenitori. Non solo: tali sintassi equiparabili possono risolversi in una sincronia o in un’asincronia dei processi che interessano, di volta in volta, i diversi elementi figurativi considerati. Si pensi ancora una volta alla continuità della performance ascoltata e alla interruzione del gesto incorporato per produrla, lungo la sequenza del Club Silencio.
I processi e la loro messa in prospettiva, assieme ai corpi coinvolti e alle forme istituite (urbanizzate), decidono della semantica della connessione, la quale ripartisce lo statuto identitario delle entità interessate. La connessione può essere stabile o instabile, distorcente o auto correttiva, restitutiva o traduttiva; i punti di connessione possono essere colti come limiti, come frontiere, come soglie, come snodi intermedi di un percorso trasformativo più vasto; le identità connesse possono essere viste come poli comunicativi stabilizzati e/o come concatenazione di ipseità in divenire. Non intendiamo insistere oltre sulla griglia semantica appena disegnata. Ci interessa ora ridistribuire in essa gli elementi del film, per poi passare ad un’indagine più precisa e capillare.

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